Airbnb: come funziona e nuovi limiti per gli host a Londra

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AEMORGAN

Airbnb, la famosa piattaforma online per l’affitto degli alloggi-vacanza, ha introdotto nuove regole a Londra: gli host (coloro che affittano) avranno un limite di giorni all’anno per poter affittare la propria stanza, casa o appartamento.

Dopo anni di scontri tra Airbnb e le autorità locali che in alcune città europee hanno portato alla messa al bando della community, Airbnb ha deciso di limitare a 90 giorni solari la possibilità degli host londinesi di affittare i propri spazi, a meno che i proprietari non acquisiscono la licenza di affittacamere ufficiale pagando le relative imposte.

A cosa è dovuta questa nuova regola? Cerchiamo di capirlo insieme, analizzando il funzionamento di Airbnb.

Airbnb è una piattaforma online che permette a chi ha una stanza, casa o appartamento disponibili in una città come Londra ad affittare i propri spazi ai turisti in visita nella città. Il successo che ha registrato la piattaforma è comprensibilissimo: da una parte tutti coloro che hanno una stanza possono avere un’entrata in più affittando i loro locali, mentre i viaggiatori possono risparmiare, dato che i prezzi di affitto sono più vantaggiosi delle tariffe proposte dagli hotel.

Diventare host è facile: basta collegarsi sulla piattaforma, seguire le istruzioni e creare il proprio annuncio, stabilendo tariffe e giorni in cui si vuole affittare la casa/stanza o appartamento. Oltre alla descrizione, è possibile inserire fino a 24 foto. Migliori sono le foto, più completa è la descrizione, maggiori sono i servizi e migliore è la posizione in città, più avrete possibilità di ricevere domande e di alzare il prezzo.

L’annuncio è gratutito, ma Airbnb addebita agli host un costo del servizio del 3% per ogni prenotazione completata (IVA applicata). Agli ospiti vengono invece addebitati i costi del servizio che va dal 6 al 18%, con Iva applicata. In caso di danni, Airbnb rimborsa l’host fino a 600 mila sterline. Gli host, poi, sono tenuti a rispettare la privacy dei loro ospiti.

I visitatori, invece, per cercare una stanza devono collegarsi alla piattaforma e fare una ricerca specifica per città, fascia di prezzo, tipo di alloggio desiderato, date e numero di ospiti. Troverete gli annunci che rispondono ai criteri indicati e voi potrete visualizzarli leggendo anche le recensioni degli ospiti passati (anche voi potrete lasciare una recensione alla fine della vostra esperienza con l’host).

Trovata la soluzione che vi piace di più, si può prenotare direttamente l’appartamento. Entro 24h l’host dovrà rispondervi: fino a quel momento non vi è nessuno addebito sulla carta. Quando l’host risponde viene elaborato il pagamento e inviata una email con la ricevuta.

L’host deve rispettare gli standard di ospitalità, come la pulizia, corrispondenza foto-appartamento reale e elettrodomestici funzionanti. I soldi vengono addebitati all’host solo dopo 24 ore che l’ospite ha fatto il check in.

Il problema si è creato con la creazione di alcune figure professionali, i così detti host professionisti, che organizzano le pulizie e ricevono gli ospiti per conto dell’host, previo pagamento di una percentuale della transazione totale. Tuttavia questa figura non è ancora normata.

Inoltre, gli albergatori accusano Airbnb di concorrenza sleale e scorretta e di favorire l’evasione fiscale in quanto molti host Airbnb non pagano le tasse sui loro introiti ottenuti tramite l’affitto delle camere non dovendo essere in possesso di una licenza per affittacamere. Sebbene Airbnb abbia spigato che invita i suoi utenti a rispettare le norme vigenti in ciascun paese, il problema rimane.

Per limitare questo fenomeno, la società ha deciso di introdurre il limite di 90 giorni di affitto a Londra. La misura ha anche riguardato Amsterdam, il cui limite è di 60 giorni all’anno.