5 buoni propositi per il 2015 a Londra

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AEMORGAN

anno nuovo a Londra

Chi viene a Londra, chi resta, chi va. Una città che ti può dare tutto ma che ti può anche schiacciare come una formica. Londra c’è chi la ama, chi la odia, e chi ci convive perché pensa che sia l’alternativa migliore. Ma è proprio così? Soprattutto tra gli italiani a Londra se ne sentono di cotte e di crude: il costo della vita alto, il cibo che fa schifo, il lavoro massacrante e sottopagato, i rapporti interpersonali inesistenti…

Sembra strano, ma a leggere sui forum o a parlare con altra gente c’è più disfattismo e sconforto di quanto si pensi. Ma visto che almeno per ora ci viviamo in questa città, vogliamo provare a essere un po’ più felici? Che dite di usare la classica scusa dei buoni propositi per l’anno nuovo per dare una svolta alla propria esistenza nella City? Dai, ve ne do 5 per iniziare, poi voi metteteci il vostro.

1 – Cambia lavoro, se vuoi essere felice

La lamentela più comune viene da quelli che in mancanza di meglio hanno cominciato lavorando in bar e ristoranti. Si capisce, il lavoro è lavoro e non si rifiuta, se si vuole raggiungere la propria indipendenza economica. Ma poi c’è il capo ti sfrutta, le paghe misere, gli orari inesistenti, l’ambiente marcio… e va avanti così per anche un anno. Ma se ti sei stufato cosa aspetti a mollare e a cercarti un altro lavoro? Cos’è, la paura del frigo vuoto? Forse è quello che ti serve per darti una scossa.

2 – Imbocca una strada e seguila

Certo, facile a dire cambia lavoro, e poi? E poi… Ma uno a Londra perché ci viene? Ok, c’è chi lo fa per imparare l’inglese, chi per una breve esperienza all’estero. Ma se ci resti per tanto, qualcosa vorrai ricavarci da questa città. E d’altronde le regole del gioco sono sempre le stesse, in Italia come a Londra: capire cosa si vuole dalla vita. Perseguire i propri interessi, i sogni, le ambizioni, insomma, quello che avremmo voluto fare anche nel nostro paese ma che qua ci sentiamo che venga realizzato. Ma qui il sogno non si realizza magicamente solo perché è un altro mondo. Qui bisogna sudare, forse ancora di più, ma le opportunità non mancano. E alla fine, la passione premia sempre.

3 – Ritaglia il tuo spazio personale

Che poi non esiste solo il lavoro. Si tratta di una parte importante della nostra vita, ma non la più importante. E le opportunità che Londra offre vanno ben oltre la professione. Timbrato il cartellino c’è un intero mondo che ci attende. C’è chi si sfoga cantando nei bar, chi facendo l’artista di strada, chi anche semplicemente andando in giro alle 5 del mattino a scattare una foto dell’alba dal Tower Bridge. Insomma, non lasciare che una città che sembra orientata solo al business ti metta in un angolo perché non fai parte del circolo affaristico. Falle vedere che te ne sbatti della sua immensa facciata fredda e calcolatrice e che invece le vuoi bene per quelle miriadi di sfaccettature colorate nascoste, che solo chi ha gli occhi sul conto in banca non riesce a vedere.

4 – Cogli la sfida

E a volte capita proprio quello: quell’opportunità che attendevi da tempo e che non pensavi mai sarebbe arrivata. Magari a Londra tu ti sei sistemato bene, non sei al top ma non te la cavi neanche malaccio, e tutto sommato non hai niente di cui lamentarti. Però, ti manca qualcosa… Magari quella fiamma, quell’ardore iniziale che ti aveva spinto all’inizio in cerca dell’avventura e che poi ha cominciato a languire di fronte alle difficoltà. E ora quelle difficoltà le hai superate, ma la fiamma si è spenta. E se ti presentasse quell’occasione che, senza promesse, potrebbe stravolgere la tua esistenza londinese mettendo a rischio tutto quello che ti sei costruito… saresti capace di afferrarla?

5 – E sorridi, che cavolo!

Alla fine facciamo tanti discorsi epocali, ma forse la felicità sta nelle piccole cose. E ce ne dimentichiamo in una città che va così di fretta da non guardare nemmeno negli occhi chi ha di fronte. Uno non se ne accorge, ma a Londra cambia. La mattina scende col muso, corre sulle scale mobili, sgomita sulla metro per accaparrarsi il posto, e poi alla fine sembra contento solo la sera con una pinta di birra al pub… per ricominciare tutto da capo il giorno dopo. E se invece uno si portasse dietro un po’ di quella italianità che ci fa tanto provincialotti ma che forse ci rende in qualche modo migliori? Quella che ci fa salutare lo spazzino alle 7 del mattino come se fosse il nostro edicolante, o che ci porta a offrire un caffè allo sconosciuto che passa dopo di noi come si fa a Napoli. Forse è anche con questi atteggiamenti che potremmo sentire la città in cui viviamo ora, e chissà fino a quando, come “casa”.