Intervista a Emilio Merone, musicista londinese made in Italy!

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AEMORGAN

Gente che va e gente che viene…nella capitale britannica! Quelli che sono rimasti però, lo hanno fatto perché hanno trovato il proprio posto nel mondo.

In realtà sono molti degli italiani che trasferitisi a Londra hanno avuto il meritato successo: premiati per il loro coraggio, la tenacia e l’intraprendenza, si sono messi in luce per qualche talento speciale che li ha contraddistinti.

Uno di questi è sicuramente Emilio Merone, musicista di grande talento con cui proseguiamo la nostra carrellata di interviste.

Pianista, compositore, arrangiatore, music producer. 18 dischi all’attivo. Diplomato al conservatorio in piano classico e vari diplomi in piano jazz e arrangiamento. Per la Carisch ha scritto un metodo per pianoforte “Piani incrociati” e l’omnibook di M.Petrucciani. Vari spettacoli televisivi e teatrali.

Ha collaborato e registrato (Abbey Road Studios – London, System Two – Brooklyn, Drum – Rio de Janeiro) con vari artisti in tutto il mondo tra cui Antonio Sanchez, Scott Colley, Jaques Morelnbaum, Marcelo Costa, Janine Johnson, Sarah Jane Morris, Gigi Proietti, Neri per caso, Sandy Muller, Latte e I suoi derivati, Fabrizio Cardosa, Eddy Palermo.

Per lui 8 domande:

1. Quando ti sei trasferito a Londra e, soprattutto, perché?

Sono atterrato a Stansted il primo settembre 2011. Non lo dimenticherò mai perché è stata il mio primo viaggio in cui ho fatto un biglietto di sola andata. Ero pervaso da un insieme di fortissime e contrastanti emozioni.

I perché sono tanti. Ero profondamente deluso dall’Italietta che voleva a tutti i costi inaridire la mia anima, la mia arte, la mia musica. Le stesse fiamme che ardono in molti italiani pieni di “skills” uniche e che nessun altro nel mondo può avere, ma che l’Italietta si dimena ogni giorno di più per spegnerle.

E’ più di un ventennio che c’è un lento, costante e certosino lavorìo per far si che l’ottusità e l’ignoranza pervada la maggior parte degli strati sociali italiani. Il fine è ormai chiaro a tutti. Dividi et impera. E infatti così sta andando. Quando sono partito l’Italietta era in caduta libera, in nemmeno 4 anni che vivo all’estero la caduta è diventata verticale.

La cosa più subdola che l’italia ruba agli italiani è il tempo.

2. Di cosa ti occupavi in Italia e di cosa adesso a Londra?

Mi occupo di musica, sono un pianista, compositore, arrangiatore, music producer ma in italia ero “solo” un insegnante. In italia se hai la mortale sfiga di essere un musicista e vuoi pure guadagnare puoi solo insegnare, se ti va bene.

Dopo i primi mesi in cui sei completamente impegnato ad urlare a Londra la tua presenza, pian piano si cominciano a muovere realtà che col tempo realizzi che…. è lavoro! E di quello vero! Londra ti risponde a tono, sempre. E’ competitiva ma meritocratica. Se vali lavori, se lavori bene guadagni bene, se lavori male… vai a casa. Anche se sei mio fratello.

Non voglio annoiarvi nell’elencare tutti i lavori che ho fatto e che sto facendo, ma giusto per fare due numeri potrei dire che in italia negli ultimi tempi avevo la media di 2-3 concerti al mese. Qui ho la media di 3-4 concerti a settimana con punte di 6.

3. Che tipo di difficoltà hai incontrato venendo qui?

La lingua. L’italia è uno dei paesi più ignoranti in fatto di lingue. Sarà un caso? No.

4. Quali sono le ragioni che, secondo te, ti hanno consentito di realizzarti nella capitale inglese?

Le possibilità che Londra offre. A tutti. Poi sta a te giocartele bene. Se sei un professionista che può impreziosire una società, una band, una compagnia, nessuno ti lascia scappare.

5. Cosa ti ha dato questa città che non hai trovato in Italia?

La dignità.

6. Che Londra hai trovato quando ti sei trasferito qui?

Una città pulsante. Senti il battere del suo cuore. Un cuore unico perché vecchio ma sempre più giovane degli altri.

7. Che consigli ti senti di dare a chi decide di trasferirti a Londra per realizzarsi professionalmente?

Di studiare la lingua, mettere da parte due soldi per i primi tempi così da non essere risucchiati nei vortici dei camerieri/lavapiatti e perdere di vista gli obiettivi per cui hai deciso di muoverti.

8. Domanda a “bruciapelo”: torneresti in Italia oggi?

Ti rispondo dicendoti che ho messo in vendita casa in italia, mi sono iscritto all’AIRE, mi sono cancellato dalla ridicola SIAE e iscritto alla PRS e sto chiudendo tutti i miei rapporti burocratici con la soffocante e subdola Italietta. E’ abbastanza chiara la risposta?

Se un domani dovessi per qualsiasi motivo lasciare l’Inghilterra andrei ovunque ma non in italia. Mi manca tantissimo il quotidiano con i miei parenti, con i miei amici, ma purtroppo quando nasci in un paese che ti ruba il tuo spazio e il tuo tempo sei costretto a fare una scelta.