Intervista a Laura Gargiulo: il racconto del suo (e nostro) “My place in the world”

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AEMORGAN

Laura Gargiulo è web architect, wordPress specialist, ed esperta in site design.

Il suo blog “My Place In The World”, racconta storie di persone che hanno trovato il proprio posto nel mondo, in questo caso, inteso come luogo in cui vivere, in cui si è trovata una dimensione.

Questo il suo punto di vista sui migranti e Londra.

Da cosa nasce il tuo “My place in the world”?

Myplace in the world è un blog nato nell’aprile 2013 per dare sfogo alla mia passione per Edimburgo, la capitale della Scozia. Ci siamo stati in viaggio di nozze nel marzo 2011 e da allora non mi è più andata via dalla mente e dal cuore, così come fece Londra qualche anno più addietro. Accanto al desiderio di parlare della Scozia si è affiancato in me il desiderio di andarci proprio a vivere. Da qualche anno infatti si è fatta strada la voglia di scappare dalle grinfie di questo paese, l’Italia, che ci sta succhiando le energie deludendo ogni nostra aspettativa per il presente ed il futuro. Lavorativamente ed economicamente parlando, ovviamente, ma si sa, se tanti soldi non danno la felicità, non ci dispiacerebbe però ricevere il giusto e campare senza troppe pretese.

Ok la Scozia, ma nel vostro blog si affronta tema dell’espatrio prendendo in considerazione tante mete diverse.

Esatto, e lo facciamo raccogliendo quante più esperienze possibili fra conoscenti che sono emigrati all’estero per le più svariate ragioni.Dall’Australia al Regno Unito, dall’Austria alla Svizzera fino all’Africa e ad Israele, abbiamo viaggiato con la fantasia ed affrontato discorsi pratici, da come trovare lavoro, a come si vive, come migliorare il proprio curriculum, il tutto sempre corredato dalle riflessioni e dalle foto degli intervistati e del loro “place in the world”.

L’Italia è un paese senza speranza quindi?
Non è mancato di raccontare qualche esperienza positiva italiana, eccezioni che confermano però la mia personale regola: in Italia siamo economicamente e lavorativamente fermi, morti.Non è sempre facile tenere un blog di questo tipo: si rischia sempre di cadere nel vittimismo, vista la situazione, ma cerchiamo sempre di dare una speranza proprio mostrando le storie di chi ce l’ha fatta. Anzi no, non mi piace quest’espressione, perché “farcela” è espressiva di un’azione che dovrebbe essere la normalità: fare un lavoro soddisfacente e sufficientemente redditizio da permettere ad una famiglia di vivere degnamente ed in una società che tiene conto dei più deboli.E dietro chi ha voglia di raccontarsi ci sono mille altre storie che non ho raccontato per privacy ma che confermano quanto sia più semplice (attenzione, non ho detto facile), rispetto all’Italia, rimettersi in gioco, in qualsiasi campo lavorativo. Beh se volete rimboccarvi le maniche e farvi un’idea di come potrebbe essere la vostra vita da expat non avete che da fare un salto sul nostro blog

Parliamo di Londra: quali sono gli aspetti caratteristici di questa città che la distinguono da tutti gli altri posti che ha visitato nel mondo?

C’è da dire che non sono una grande viaggiatrice e Londra è stato il mio secondo viaggio all’estero (il primo in Francia). Pertanto c’è da metterci anche molto stupore per ciò che è completamente diverso dalla cultura italiana. I suoi punti di forza, però sono sicuramente l’aura di metropoli multietnica quale effettivamente è, ed il centro finanziario, ma soprattutto creativo d’Europa. Sono sempre stata particolarmente affascinata dal fatto che da Londra (e dalla Gran Bretagna in particolare) nascessero, creativamente parlando, tutti i miei cantanti e musicisti preferiti. Passeggiando per le sue strade quasi riuscivo a percepire le note della musica internazionale che ascoltavo e ascolto tuttora. Con l’età, seppure a distanza, ho imparato ad apprezzarne inoltre anche altri suoi lati, come lo street food, i parchi, l’architettura…e il tipico humour british.

Sceglieresti Londra come città per viverci? Perché sì? (perché no?)
Londra non è per me, magari dovrei farci un salto nuovamente per affermarlo con certezza, ma vivendo già in una metropoli come Milano sono stanca della folla e della fretta che aleggia sempre in queste city. Sebbene la vita di quartiere sia sempre più slow e vivibile, l’ansia e la velocità che ti impone Londra sono sempre dietro l’angolo quando si parla di lavoro, ad esempio.

Quali sono le bellezze di Londra meno conosciute ma che suggerisci di non perdere?
Durante il mio viaggio ho visto tutto ciò che è “tipico”, ma se c’è una cosa che ricordo con piacere e che non sempre è contemplato nelle guide standard è di fare un bel giro in battello sul Tamigi (di cui vi consigliamo si scoprirne i segreti, ndr) scendere a Greenwich Park ad ammirare la Cutty Sark (il vecchio veliero scozzese famoso per i viaggi alla volta delle Indie per portare il tè in terra inglese), visitare l’Osservatorio (emozionandosi come bambini per passaggio sul Meridiano Zero), e godere del parco adiacente pieno di scoiattoli dal quale ammirare il profilo di Londra.