Una telefonata allunga la vita: le cabine telefoniche con i defibrillatori installati

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AEMORGAN

Rosso. Un colore che nel Regno Unito ricorre spesso. Rosse sono le casacche delle guardie reali. Rossi sono i bus di Londra, e le bici del bike sharing. Rossa è la croce di San Giorgio. E rosse sono anche le cabine telefoniche.

Le cabine telefoniche sono ormai una salda icona londinese e di tutto il regno di Sua Maestà. Il loro profilo è uno dei più ricorrenti non solo lungo le strade, ma anche sui gadget che affollano i negozi di souvenir della capitale. Un design che risale al 1936, ad opera dell’architetto inglese Sir Giles Gilbert Scott, che prende il nome di K6 o Jubilee Kiosk, in onore del giubileo d’argento del Re Giorgio V.

Un’icona che, ahi noi, sta sparendo. Un po’ perché sostituita da più moderne cabine (quelle della serie KX). Un po’, naturalmente, per l’avvento dell’era dei cellulari, che hanno reso obsolete le cabine telefoniche in generale. Quando dico che stanno sparendo intendo in senso letterale, visto che molte cabine rosse vengono regolarmente dismesse. Con enorme dispiacere di quelli che le utilizzano come toilette pubbliche, o per annotarsi i numeri di telefono di massaggiatrici e studentesse disinibite.

Proprio per preservarne lo status storico il gestore telefonico BT ne salvaguarda quante più possibile. Alcune sono esposte come un vero e proprio monumento, come le cabine di Covent Garden vicino alla statua della ballerina. Purtroppo non si possono salvare tutte le 11.000 cabine rosse che popolano il paese. Ecco perché la compagnia ha lanciato una campagna nel 2008: “adotta una cabina telefonica”.

Ogni comune, villaggio o borough può inoltrare una richiesta per acquisire una cabina telefonica al presso di £1. E dopo farci quello che vuole. C’è chi le ha trasformate in piccole librerie. Altri in gallerie d’arte. Ma una delle idee che ha riscosso più successo è quella di utilizzare i vecchi chioschi rossi per salvare la vita alle persone. Come? Installando, al posto del telefono, dei defibrillatori.

E così, in un paese dove l’attacco cardiaco è una delle principali cause di mortalità (si parla di 200mila casi all’anno), le vecchie cabine possono rivelarsi uno strumento fondamentale per soccorrere chi è vittima di un infarto. I defibrillatori sono posizionati all’interno di custodie gialle che si aprono solo con un codice, per evitare vandalismi o furti. Per ottenere il codice si chiama il numero d’emergenza 999. Una volta sbloccato il defibrillatore si seguono le istruzioni della macchina stessa, che è persino in grado di valutare se si tratta di un arresto cardiaco vero e proprio e rilasciare la scossa adatta.

Il progetto è stato avviato da BT in associazione con The Community Heartbeat Trust. La procedura di conversione della vecchia cabina può essere avviata con formale richiesta, e in genere richiede poche settimane. Il primo villaggio ad averne fatta richiesta è stato nel 2011 quello di Lower Slaughter, nel Gloucestershire. Nel villaggio di Finchingfield, nell’Essex, una cabina venne utilizzata con successo per salvare la vita, guarda un po’, proprio a un dottore. L’episodio è stato anche un ottimo campanello di allarme sulla necessità di avere a disposizione strumenti del genere nelle zone rurali.

Speriamo allora di vedere sempre di più in giro di queste cabine salva-vita. Rosso è anche il colore del cuore.