Da Londra a New York senza l’aereo: ecco l’autostrada che collegherà Europa, Asia e America

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AEMORGAN

Ok, prima di tutto, non è una bufala o un pesce d’Aprile a scoppio ritardato: questa storia è vera.

Secondo: vero è il fatto che qualcuno l’ha proposto. Il progetto della mega-iper-super autostrada che viaggerebbe da Londra in direzione est fino a New York è stato presentato davvero dal presidente delle ferrovie russe Vladimir Yakunin.

Lo spavaldo ingegnere si è presentato a un convegno dell’Accademia Russa delle Scienze con questa idea iperbolica: “Vogliamo fare una bella cosa? Attacchiamo la nostra efficientissima rete stradale a quella del resto d’Europa; poi facciamo un ponte che attraversi lo stretto di Bering fino in Alaska e ci colleghiamo alle highway statunitensi così da arrivare fino a New York. Anzi, no, non facciamo un ponte. Facciamo un tunnel sottomarino. Anzi, facciamone due, così ci facciamo passare pure una bella ferrovia. Allunghiamo la Transiberiana”.

Di fronte a tale progetto geniale, le menti più brillanti della Russia sono andate in orgasmo. “Superlativo!” ha reagito un tecnico nucleare. “Fenomenale!” ha esclamato un’ingegnere aerospaziale. “Figata!” ha ribattuto il bidello che stava pulendo le finestre.

“E quanto costerebbe?” ha timidamente chiesto il solito, veniale, professore d’economia attaccato ai soldi. “Ma solo qualche milione di miliardi di dollari” ha prontamente risposto Yakunin con aria di scocciata accondiscendenza.

“E che vuoi che sia!” “Massì, è fattibile” “Sì, basta che aumentiamo la bolletta del gas all’Europa” un coro di voci entusiaste ha ululato mentre Yakunin gongolava soddisfatto.

“Ma” ha esitato un addetto ai piani autostradali “Non pensate che il progetto sia un po’ impegnativo? Si tratta di 12.978 km…

“E allora?!” ha tuonato Yakunin “Che vuoi che sia? E poi, vuoi mettere il turismo che ci porterà? Potremmo costruire industrie, centri commerciali, addirittura nuove città!”

“Ma la gente sarà davvero interessata? Voglio dire, stando a questo progetto, l’autostrada passerebbe nel bel mezzo della steppa” ha evidenziato un geografo, “non proprio la più allettante delle nostre zone. Voglio dire, fino a che ci passa il treno è un conto, sei lì, ti siedi, guardi dal finestrino, ti godi il viaggio esotico. Ma chi vorrebbe guidare dall’Europa col rischio di escursioni termiche che in inverno gli gelano il motore e in estate gli fondono il radiatore?”

“Sciocchezze” ha risposto spazientito Yakunin “Maciniamo chilometri da decenni su quelle strade e non è mai morto nessuno”.

“E come la mettiamo con lo stretto di Bering?” ha domandato un vecchio membro dello staff realizzatore dell’Eurotunnel “Sono 88 km. Un tunnel sottomarino mi sembra un progetto un po’ ardito”.

“Se è il caso, li facciamo attraversare in traghetto”, ha replicato subito Yakunin.

“Ma allora non sarebbe più adatta un’autostrada” ha sottolineato il bidello col mojo in mano.

“Zitto tu, e pensa a pulire bene ‘sta fogna! Cari colleghi, ma non vi rendete conto che con un progetto del genere passeremo alla storia? E il nostro amato presidente, il grande Vladimir, ci erigerà un complesso monumentale? Sì, ci vorranno molti soldi, ci vorranno anni di pianificazione, progettazione, e forse piazzeremo i primi pilastri solo nel prossimo decennio. Ma è per la nostra Grande Madre Russia. E per il mondo intero. La nostra opera epocale non unirà solo Londra a New York, ma l’Europa all’America in unico viaggio e tutto il pianeta me… ce ne sarà eternamente riconoscente!”.

A tali accorate parole i grandi scienziati dell’Accademia si sono uniti tutti in un fragoroso applauso entusiasta. “Bravo!!!” “Bello!!!” “Bis!!!” si sono mischiati in un boato frastornante, mentre c’è chi furtivo si asciugava lacrime di commozione. Yakunin si ergeva sul suo piedistallo proiettando un’ombra colossale sul muro. Si sentiva un dio.

Fino a quando una risata di scherno proveniente dal fondo non ha rotto l’atmosfera.

“Chi è là?” ha urlato Yakunin “Chi si permette di deridere la sacra congrega delle menti più illuminate di tutte le Russie?!”

Da una sedia nella penombra, si intravedeva una piccola figura sottile, ma sicura, a braccia conserte e gambe accavallate. La faccia si protese in avanti, per indirizzarsi agli scienziati. Si intravide subito il sorriso vissuto, e poi la faccia sorniona, di Michael O’Leary, boss di Ryanair.

“Signori, perdonatemi, non volevo offendere nessuno. Stavo solo pensando alla storia buffa di quel tale che un giorno disse che avrebbe fatto volare le persone da Londra a New York con 15 pound…”

Ecco, secondo me è così che è andata, più o meno…