Effetto Brexit: Ryanair ridurrà il numero di voli tra Stansted e l’Europa

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AEMORGAN

C’era da aspettarselo. Uno dei più temuti effetti della Brexit non è tardato ad arrivare. Ryanair ha da poco annunciato che diminuirà il numero di voli della compagnia aerea sull’aeroporto di Stansted.

D’altronde ci avevano avvertiti. Il CEO Michael O’ Leary e tutta la compagnia sono stati degli attivi sostenitori del REMAIN durante la campagna sul referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Europa. Come molti altri businessmen d’altronde: la chiusura dei confini britannici al libero mercato europeo è chiaramente un limite per un’azienda che vuole offrire prezzi più bassi della concorrenza.

Cosa che a Ryanair è sempre riuscita bene. La compagnia gestisce oltre 140 tratte dall’aeroporto di Stansted, con prezzi che sfiorano il ridicolo. Ma una delle sue previsioni, che si è rivelata puntualmente corretta, era che una vittoria della Brexit avrebbe portato al crollo del valore del pound sul dollaro. Certo, non ci voleva un laureato in economia per capirlo.

Ma la compagnia aveva già pronto un piano B. E visto che la benzina si acquista in dollari, piuttosto che perdere milioni nel cambio ha preferito dirottare il suo interesse lontano dal Regno Unito e focalizzarsi sul resto d’Europa. L’operazione dovrebbe cominciare già da questo inverno.

Intendiamoci, le rotte non spariranno. Diventeranno solo meno frequenti. Ma questo non farà certo bene all’industria, visto che ciò comporterà la riduzione di numerosi posti di lavoro, con tutte le conseguenze economiche del caso.

Ma soprattutto non farà bene a noi viaggiatori, che avremo a disposizione molte meno possibilità di viaggiare in Europa. E considerate l’enorme impatto della cosa. Londra conta centinaia di immigrati di origine europea. Non credo ci sia una singola persona che non faccia affidamento sui voli low cost per poter tornare frequentemente a casa dalle proprie famiglie. Molti altri, incluso il sottoscritto, usano attivamente i voli Ryanair anche per esplorare il resto del continente a tariffe che non gli erano consentite nel proprio paese d’origine.

Ora, se Ryanair diminuisse la frequenza dei voli in uscita, ci sarebbe molta meno offerta rispetto alla domanda. I viaggiatori dovrebbero quindi rivolgersi verso altre compagnie che, vista l’enorme richiesta e la scarsa concorrenza, potrebbero anche permettersi di alzare i prezzi. Sarebbe da vedere poi quante persone sarebbero disposte a pagarli.

Se avete letto il mio profilo in calce sapete quanto la decisione di Ryanair mi colpisca personalmente. L’unica cosa che mi consola è che nella mia città il vettore irlandese non c’era mai arrivato, quindi non spenderò di più per tornare a casa. Ma questo non si può dire di tutti gli altri duecentomila italiani che volano nel resto d’Italia, dove Ryanair si è installata in dozzine di aeroporti. Come nel resto del continente.

La Brexit non è nemmeno ufficialmente ancora iniziata e l’Europa è già lontana