Nube “tossica” su Londra: qual è il livello d’inquinamento nella capitale?

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AEMORGAN

Il livello d’inquinamento a Londra ha iniziato a innalzarsi sensibilmente lo scorso fine settimana e continuerà ad aumentare in questi giorni a causa di una nuvola di “sabbia e polvere del Sahara” che colpirà particolarmente il sud-est del Regno Unito.

Domenica 3 aprile, la capitale inglese ha avuto il primo assaggio di primavera, con temperature che hanno superato in gran parte dell’isola quelle di Barcellona o Ibiza. Sebbene le giornate di caldo siano attese dalla maggior parte degli abitanti della città, le alte temperature hanno contribuito a peggiorare il livello d’inquinamento di questi giorni. La nuvola di sabbia, tuttavia, non è solo causata da fenomeni naturali – polvere e granelli di sabbia spinti dal vento – bensì, è in gran parte composta dal biossido di azoto (No2) derivante dall’attività agricola e dai fertilizzanti utilizzati in Europa. A sostenerlo uno studio pubblicato venerdì 1 aprile da parte del Centre for Ecology & Hydrology, che ha studiato a lungo anche la nuvola simile a questa che colpì per giorni il Regno Unito nel 2014, facendo registrare il picco d’inquinamento più alto in dieci anni.

Gli esperti hanno consigliato di “ridurre gli sforzi fisici” nei prossimi giorni a chi soffre di asma o ha problemi al cuore; tuttavia, l’arrivo della pioggia nelle prossime 48 ore dovrebbe eliminare la maggior parte della polveri presenti nell’atmosfera: “gli acquazzoni dei prossimi due giorni serviranno a ripulire in parte l’atmosfera, vedrete che una piccola parte di sabbia si depositerà sulle auto”, ha detto Marco Petagna del Met Office.

Il problema dell’inquinamento atmosferico nella capitale è comunque lontano dall’essere risolto, nonostante nella memoria dei londinesi sia ben impresso il ricordo del “Grande smog” di Londra: nel dicembre 1952, i fumi prodotti dalle stufe a carbone di gran parte delle abitazioni londinesi non andarono a disperdersi normalmente nell’atmosfera, ma incrociando un anticiclone, subirono un’inversione e andarono a formare una nube tossica che si abbatté sulla capitale per cinque giorni consecutivi. Solo in quei giorni, 4000 mila persone morirono, mentre se si considera coloro che perirono successivamente per le conseguenze di quei fumi, il numero delle vittime sale a 12 mila.

Ancora oggi, Londra è tra le città più inquinate d’Europa: nel 2015, i livelli di NO2 registrati a Oxford Street hanno superato il limite annuale previsto dalle normative UE nei primi quattro giorni dell’anno, mentre Putney High Street è stata la prima strada londinese del 2016 a eccedere il limite di esposizione di 18 ore giornaliere al biossido di azoto: in soli otto giorni dall’inizio dell’anno, Londra ha superato il limite d’inquinamento previsto per l’intero 2016.

Gli alti livelli di sostanze tossiche nell’aria sono prodotti soprattutto dai gas di scarico dei vicoli diesel, ma anche dalla combustione di biomasse per il riscaldamento e per la benzina in generale: l’atmosfera si riempie così di polveri sottili (Pm10) e ulta-sottili (Pm2,5) e di altre sostanze come il biossido di azoto che se respirate possono causare gravi danni alla nostra salute. Le particelle inalate possono infatti raggiungere i polmoni e infiammarli, ed essere poi perfino filtrate nel sangue, andando così a contaminare tutti gli altri organi del corpo. Questo spiega l’aumento dei casi di persone affette da asma, bronchiti croniche, tumori dell’apparato respiratorio e malattie cardio-vascolari. Alcuni ricercatori dell’Imperial College London hanno concluso che tutti i volontari che hanno passeggiato per due ore per Oxford Street hanno riscontrato un aumento dei sintomi asmatici.

Il King’s College London, che svolge un’attività di monitoraggio quotidiano sui livelli di inquinamento su Londra, ha redatto un report a luglio del 2015, commissionato dal Transport for London e dalla Greater London Authority, che rivela che la combinazione di PM2,5 e No2 è stata responsabile nel 2010 di un numero compreso tra le 3537 e le 9416 morti premature nella sola capitale. Inoltre, queste sostanze inquinanti hanno portato a 2410 ricoveri ospedalieri per problemi respiratori e 740 per quelli cardiovascolari. In media, l’inquinamento accorcia la vita media di una persona di circa 6 mesi.

Anche il costo sociale è altissimo ed è stimato tra £1.4 miliardi e £3.7 miliardi se si tiene conto delle spese mediche, dei trattamenti negli ospedali e del tasso di mortalità dovuto sia alla breve sia lunga esposizione allo smog.

Il sindaco di Londra ha sviluppato una strategia per migliorare la qualità dell’aria entro il 2025, che include la creazione di una zona a bassissima emissione e il rinnovo delle licenze solamente ai bus e ai taxi che sono a impatto zero. Il TfL ha invece annunciato che due linee di autobus, la 507 e la 521, avranno 51 mezzi al 100% elettrici entro la fine del 2016. Il Governo, da parte sua, a dicembre 2015 ha adottato un piano – Clean Air Zones – per introdurre misure locali nelle città più inquinate del Regno Unito, comprese Birmingham, Nottingham, Derby, Southampton e Leeds, al fine di ridurre la circolazione di vecchie auto e mezzi altamente inquinanti sostituendoli con veicoli elettrici.

Tuttavia, secondo i rappresentanti del governo, tra il 2005 e il 2013 le emissioni di biossido di azoto sono diminuite del 38% e le polveri sottili del 16% e 2 miliardi di sterline sono state stanziate per intervenire nella promozione e nello sviluppo di fonti d’energia rinnovabili. L’ultima novità poi riguarda l’utilizzo dei piccioni come rivelatori d’inquinamento.