Niente cure senza passaporto: la proposta del Ministero della Sanità inglese

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AEMORGAN

Secondo alcuni membri del governo inglese la Gran Bretagna, sulla scia della Brexit, dovrebbe in primis tutelare i suoi cittadini tagliando le spese inerenti ai cosiddetti ‘turisti del welfare‘, ovvero tutti coloro che dall’estero giungono nel Paese anglosassone per sfruttare l’assistenza medica gratuita.  Per questo motivo il più alto funzionario del ministero della Sanità, Chris Wormald, ha lanciato una proposta di riforma che punta a contenere i costi del sistema sanitario pubblico vietando le cure ospedaliere a chi non è in possesso di passaporto.

È il “Guardian” a riportare la notizia, specificando che questa limitazione riguarderebbe solo operazioni e test ospedalieri, quindi non le visite di emergenza, e non dovrebbero essere coinvolti i cittadini comunitari, italiani inclusi, almeno fino all’uscita definitiva del Regno Unito dall’Unione Europea.

L’Inghilterra, in verità, non sarebbe nuova ad una pratica del genere in quanto il controllo dei documenti già si applica nell’ospedale di Peterborough, una piccola città del Cambridgeshire con una forte presenza d’immigrati dell’Est europeo. Secondo il Ministero della Sanità un comportamento del genere dovrebbe essere adottato, quindi, da tutti gli ospedali del Paese, a partire dal “St. George’s hospital“, denominato “Lagos Shuttle” per la continua presenza di donne nigeriane arrivate sul posto per portare a termine il parto e avere accesso alle cure mediche gratuite.

Wormald si è esposto in merito all’argomento davanti ai membri della commissione parlamentare per i conti pubblici: per il politico questa sarebbe un’ottima tattica per rimpinguare le casse del sistema sanitario pubblico, continuando a tutelare in egual modo la salute dei propri cittadini.

La proposta di legge non è stata ben accolta da tutti soprattutto dalla classe dei medici che, in questo modo, si vedrebbero costretti a non rispettare gli obblighi etici e morali che impone la loro professione. Ad esporre apertamente il proprio punto di vista è stato Simon Stallworthy, un medico che in una lettera inviata al quotidiano inglese ha etichettato la proposta come ‘disgustosa‘ in quanto i dottori verrebbero declassati ad agenti del servizio di immigrazione.

Professionalità a parte, altri critici hanno invece messo il punto sul fattore economico, sottolineando che i risparmi che ne risulterebbero non sarebbero di certo così significativi. Secondo le stime governative, infatti, il costo dei turisti che si curano gratuitamente in Gran Bretagna varia tra i 100 e i 300 milioni di sterline all’anno, circa lo 0,3% della spesa sanitaria nazionale. Stando ai fatti, quindi, dall’obbligo di presentare il passaporto in ospedale non si ricaverebbe tutta quella forza economica tanto millantata da Wormald quindi l’approvazione della proposta potrebbe risultare un vero buco nell’acqua.