Theresa May e la chiusura delle frontiere agli europei: perché, per adesso, possiamo dormire sonni tranquilli

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AEMORGAN

Non potremo più entrare nel Regno Unito senza un contratto di lavoro? Chiuderanno le frontiere? Potremo più lavorare a Londra? Da quando, venerdì 29 agosto, il Sunday Times ha pubblicato l’editoriale di Theresa May, attuale ministro degli esteri britannico, e la notizia è stata riportata da tutti i principali quotidiani italiani, preoccupazioni, domande e confusione si sono diffuse a macchia d’olio sia all’interno della comunità italiana a Londra sia tra coloro che stanno progettando un trasferimento oltremanica. Cerchiamo di capire insieme cosa è stato detto e cosa dobbiamo aspettarci.

Che cosa ha detto Theresa May? In sostantza, l’Home Secretary ha dichiarato che il livello d’immigrazione netta (ovvero differenza tra immigrati e emigrati) nel Regno Unito ha raggiunto lo scorso anno a marzo la cifra record di 330,000, “volume insostenibile” per il sistema infrastrutturale e di welfare inglese. Per questo motivo, e per fronteggiare altri problemi come il turismo dei sussidi o l’immigrazione clandestina, la May sottolinea la necessità di tornare alle origini della libertà di circolazione, quando questa era destinata solamente ai lavoratori, negandola quindi a coloro che si spostano per cercare lavoro. 

Quanto dobbiamo preoccuparci? La buona notizia è che per il momento possiamo dormire sonni tranquilli. Le dichiarazioni della May, sebbene abbiano avuto solo adesso molto risalto sui media italiani, non sono affatto nuove in quanto tutta la campagna elettorale pre-elezioni di maggio 2015 si sono basate sull’idea di restringere la libertà di circolazione ai cittadini dell’Unione Europea migranti nel Regno Unito, incluso il fatto di concedere l’ingresso in Gran Bratagna solo a chi già in possesso di un contratto di lavoro.

La verità è che quello che il governo conservatore guidato dal primo ministro David Cameron poteva fare l’ha in gran parte già fatto: negli ultimi due anni, infatti, sono state introdotte riforme che hanno ridotto drasticamente l’accesso dei cittadini UE non Brit ai sussidi pubblici, norme legittime poiché rispettavano (in gran parte) i principi contenuti nella normativa europea sulla libertà di circolazione (e la sua trasposizione in legge britannica – per maggiori info leggi questi articoli su libertà di circolazionecome ottenere benefitJob Seeker Allowance).

Restringere la libertà di circolazione a coloro senza lavoro, invece, vorrebbe dire andare a modificare non solo un principio sancito dai Trattati UE, ma anche mettere in discussione il traguardo forse più importante raggiunto dall’Unione Europea: la cittadinanza europea, da cui discende il diritto alla libera circolazione per tutti, coloro in cerca di occupazione compresi. Per modificare tale principio, tutti i 28 stati membri dell’Unione dovrebbero acconsentire all’unanimità a modificare i Trattati, scenario poco plausibile visto che non solo i rappresentanti delle istituzioni europee ma anche i leader degli altri paesi, come Angela Merkel, si sono nettamente opposti a questa opzione nei mesi scorsi.

Inoltre, in assenza di un sistema di visti per controllare l’immigrazione, e dato che tutti i cittadini UE possono entrare liberamente per 3 mesi in Inghilterra qualsiasi sia la loro motivazione (eccezion fatta per chi ha malattie gravi o costituisce un pericolo per la pubblica sicurezza e l’ordine pubblico di quel paese), respingere alla frontiera coloro che arrivano per cercare lavoro diventa praticamente molto difficile, se non impossibile.

Questo ragionamento ci porta a concludere, quindi, che, difficilmente, fin tanto che  il Regno Unito restarà nell’Unione Europea le istanze portate avanti dalla May possano davvero attuarsi. Più ragionevolmente, però, possiamo aspettarci qualche ostacolo in più a livello burocratico e “informale”: lungaggini nel rilascio di documenti (per esempio per EEA Family Permit), maggior domande e tempistiche per il rilascio del NIN, domande e controlli in aeroporto (anche se non proprio legittime), negazione di benefit anche quando non ci sono reali motivazioni… insomma laddove le autorità britanniche mantengono un margine di discrezione.

In ogni caso, Keep calm and carry on… per il momento!