Ziferblat: il coffee shop dove non paghi il caffé, ma il tempo

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AEMORGAN

Londra è molto abile a scovare trend da tutto il mondo e a farli propri, soprattutto in materia di locali strani. Questa volta l’idea viene dalla Russia, dove è già una realtà affermata da anni ormai: il coffe shop pay-per-minute. Ovvero, non si paga quello che si consuma, ma quanto tempo ci si sta. Insomma, siete mai stati allo Ziferblat di Shoreditch?

Ziferblat ha aperto i battenti ormai più di un anno fa, quindi non sto scoprendo niente di nuovo. Ma la mia esperienza mi ha fatto pensare che, per quanto da quando il locale ha aperto si è guadagnato la sua bella schiera di articoletti sul web, potrebbe tutt’ora essere ancora un posto che risiede nell’anonimato. Una gemma tutta da riscoprire.

In effetti il caffè non fa molto per essere notato. Non si trova in un grosso locale al centro di Londra, ma in una piccola stanza all’interno di un palazzo diroccato a Old Street nei pressi di Shoreditch. Insomma, proprio il classico ambiente che ti aspetteresti dalla vecchia e degradata East London, prima che arrivassero gli hipster a renderla figa.

Arrivo con i miei amici e suoniamo a un campanello. Sì, proprio come fossimo un gruppo di gente che va a trovare un amico. Entriamo nel palazzo, saliamo per le scale, e arriviamo alla porta. Qui, all’ingresso, ci attende il ragazzo al bancone che prende i nostri nomi, ci dà l’orologio per prendere il tempo e ci dice di accomodarci.

Il resto vien da sé. Sì, perché quel bancone non è quello del bar, ma solo una mini-reception. Allo Ziferblat non ordini il caffè, te lo fai. Il locale non si può definire bar, coffe shop, club, e a dire il vero neanche locale. Lo Ziferblat è un luogo di relax dove vai, ti siedi, ti fai qualcosa da bere o da mangiare, leggi qualcosa, navighi su internet, ascolti un po’ di musica, parli o giochi con gli amici.

Basta vedere l’arredo. Non c’è una sedia o un tavolo che siano uguali, e tra l’altro non è che ci sia una disposizione dei tavoli, perché chi prima arriva occupa il posto che vuole. Su un piccolo mobiletto ci sono alcuni giochi da tavolo, troppo pochi però per poter cercare di classificare il posto come una ludoteca. Come già spiegato, le etichette qua sono inutili.

La cucina, dove chiunque è invitato a prendere quello che vuole, è probabilmente grande quanto quella di casa vostra. E dal momento che conosciamo tutti gli appartamenti dove viviamo in condivisione a Londra, credo vi siate fatti un’idea delle dimensioni. C’è spazio per tre persone per muoversi, ma non certo per farvi una pasta all’amatriciana.

Tutto quello che troverete è il solito kettle, la toastiera, e un’intera dispensa di piatti e tazze. Il frigo fa ben sperare in qualcosa di più, ma a parte il burro e un po’ di latte non troverete molto altro. E se c’è qualcosa di invitante probabilmente ci sarà l’etichetta col nome di qualcuno sopra. Tutti quelli che agli inizi della loro avventura londinese hanno vissuto in un ostello avranno una sensazione di deja vu.

In effetti i furboni del marketing mediatico che hanno aperto questo posto all’inizio ci tenevano a sottolineare il fatto che, per soli 3p al minuto (ovvero £1.80 l’ora) potevi mangiare a sbafo come volevi. Bene, quando sono andato io, a pochi mesi dall’apertura, il prezzo era già aumentato: 6p al minuto, cioè £3.60 l’ora, cioè il prezzo di una cioccolata da Starbucks (luogo dove tra l’altro non entrerei neanche con una pistola puntata allo scroto).

Per non parlare di quello che ti puoi mangiare o bere: non si va oltre un tè o un caffè, accompagnato da qualche biscottino che avrete trovato per caso ancora in un piatto abbandonato in cucina. E se siete stati persino così fortunati da trovare la marmellata, ci scappa anche un toast.

Detta così, sembra che io vi stia sconsigliando dall’andare allo Ziferblat. Non proprio, è solo il mio lato cinico e criticone, che ha ancora l’amaro in bocca dalla delusione che ha rappresentato per me questo locale, dove davvero speravo di riempirmi lo stomaco per pochi spiccioli. Ma il punto è che allo Ziferblat non ci vai per mangiare, ma per passarti un’oretta di relax con gli amici dopo una giornata passata a ciondolare in giro. Tipo l’afternoon tea di chiusura dopo il picnic al parco.

In effetti, a meno che non siate tu e il tuo amico scacchista a impegnarvi in una partita senza via d’uscita, più di un’ora non ci si passa qui. Probabilmente i proprietari lo avranno capito, e anche per questo avranno aumentato la tariffa minutaria rispetto agli inizi.

Resta sempre comunque il fatto che se non ci fosse qualcuno a parlarvene, come sto facendo io adesso (e come hanno fatto con me), questo posto voi non lo scoprireste mai da soli, come si fa quando si passeggia per la strada e si nota un locale simpatico. Lo Ziferblat è sempre là, al riparo nel suo appartamentino al primo piano di un palazzo anonimo, frequentato da un manipolo di pochi eletti. E forse è meglio così.

Ziferblat London, 388 Old Street, EC1V  9LT