Cats a Londra: molto di più che un semplice spettacolo sui gatti

6082
AEMORGAN

TORNA CATS! TORNA CATS! TORNA CATS! Sette giri della stanza facendo l’aeroplanino di Montella, tripla capriola indietro carpiata rovesciata a cavatappi, pernacchia acrobatica di felicità.

Questa la sobria reazione dell’autrice all’annuncio della reprise di Cats a teatro. Chi non ha mai visto Cats non può capire. E infatti dovrebbe vedere Cats.

Come prerequisito dovreste conoscere i gatti. Amarli. Riconoscerli come vostra personale divinità .T.S Eliot lo faceva e non era uno scemo qualunque. Per adorarli meglio, ha scritto un gioiellino di libro a nome Old Possum’s Book of Practical Cats omaggiandone le arti magiche, l’intrinseca superiorità e l’estrema figaggine.

Il libro è sostanzialmente una raccolta di bizzarre poesie che descrivono una serie di gatti archetipici: il ribelle piantagrane, la coppia di simpatici delinquenti, il gatto panzone, l’anziano saggio, la vecchia gloria caduta, il cucciolo illusionista, il randagio criminale e via dicendo.

Chi conosce i gatti vedrà in ogni poesia un tratto del proprio pet e sarà ancora più grato e orgoglioso di essere fedele servitore di una creatura perfetta.

Fatto sta che questa delizia letteraria vagava nell’aere dai primi anni ‘40 e allietava i bambini britannici ma non molto di più, finché è arrivato quel filibustiere impunito di Andrey Lloyd-Webber . Sì, è sempre quello dell’altra volta. Quello del Phantom. Di Jesus Christ Superstar. Di Evita. Se volete seguire il musical, fateci il callo: 8 su 10 c’è di mezzo lui.

Io me lo vedo, quel bischero di Andy, mentre legge le delicate, oniriche, lunari elegie feline e pensa “Anvedi sto Eliot, vigliacca se nun ce viene un miusicol della madonna”. Ci è venuto, mannaggia a lui. I testi erano già tutti lì, no effort required. Lui c’ha messo le consuete musiche strepitose e il suo compare Cameron MacKintosh ha messo insieme il resto. Abituatevi anche al buon vecchio Cameron, produce praticamente tutto lui.

Il resto non è pochissimo. Tanto per cominciare, coreografie.

Che non sono proprio uno scherzo, se considerate che fanno ballare contemporaneamente, su un palco piccino picciò, 37 primedonne isteriche che probabilmente dietro le quinte si lanciano macumbe e si nascondono spilli avvelenati nelle scarpe pur di fregarsi i ruoli…

Poi costumi, trucco, parrucco. Una volta visto il makeup che hanno inventato, potevano anche eliminare il relativo riconoscimento dalle varie premiazioni. Lo diamo a Cats di default e ci risparmiamo la menata.

Scenografia: come riuscire a far sembrare cool la discarica di uno sfasciacarrozze. Nella realtà è un posto in cui avreste il terrore di essere rapinati da un ratto radioattivo grosso come Tyson ma più cattivo. Portato su un palco è un luogo mistico e sareste lieti di farci crescere i vostri figli in fasce.

E poi il cast. I tizi che fanno Cats secondo me non sono umani. Ballare per 2 ore e mezza di seguito, cantando in contemporanea, senza steccare una nota, senza fiatone, senza una goccia di sudore, è chiaramente il risultato di un incantesimo. Avranno preso in prestito una strega buona da uno dei 750 rifacimenti del Mago di Oz che mettono in circolazione ogni anno.

Per i virilissimi signori che schifano il musical come “roba da donne” o peggio: vi sfido a prendere il più maschio dei vostri venerati pallonari e chiedergli di ballare e cantare per due ore e mezza. Che ne so, un Gattuso (e dopo Montella, con questa ho esaurito le mie competenze calcistiche).

A prescindere dall’effetto rinoceronte ubriaco sul fronte danza e coyote ferito sul fronte canto, vediamo se Ringhio dopo la prima ora non stramazza al suolo implorando una morte pietosa.

Vi riassumerei brevemente la trama, ma non c’è una trama vera e propria; giusto un esile filo conduttore per giustificare il fatto che a un certo punto la gatta Grizabella faccia coriandoli del vostro cuore e vi riduca a straccetti fradici grondanti lacrime cantando Memories.

Mo’ non fate i musi lunghi, gli altri gattoni sono in maggioranza divertenti e lo spettacolo è una gioia per gli occhi, ma mica si può fare un musical senza il momento commozione, vi pare?

E poi dai, se iniziate a frignare per cinque minuti di turbamento lacrimevole, la settimana prossima, quando vi parlo di Les Misérables, mi morite di crepacuore senza neanche passare dal via.

Tutte le informazioni sul revival di Cats e relativa turné sono reperibili qui:

http://www.catsthemusical.com/

Esiste un dvd dell’opera, edito nel 1998, in vendita da Amazon in giù ovunque si vendano dvd.