Brutte notizie per gli expat italiani nel Regno Unito. Dopo due anni di relativa calma piatta, una batosta da diverse centinaia di Sterline l’anno sta per abbattersi soprattutto sulle fasce più deboli del paese, vale a dire chi non può permettersi di acquistare una casa. Il canone medio di affitto sta per subire un poderoso rincaro, soprattutto nelle aree più ricche del paese.
I numeri sono implacabili, e purtroppo ufficiali. L’ultimo rapporto pubblicato dal Royal Institute of Chartered Surveyors (Rcis) parla di un aumento degli affitti del 2% subito dopo l’estate, e addirittura del 15% entro il 2023, in particolare nell’East Anglia e nel Sud.
A contribuire al fenomeno due importanti macro-fattori; da una parte il costante calo del numero degli immobili destinati alla locazione in UK. Un trend oramai consolidato e incontestabile, che va avanti da ben 3 trimestri. Dall’altra, i prezzi inavvicinabili delle case in vendita.
Il corto circuito si è innescato con gli ultimi cambiamenti introdotti nella normativa di riferimento. L’aumento del 3% sulla seconda casa, unitamente all’abolizione delle agevolazioni fiscali e all’assenza di una politica che incentivi la costruzione di abitazioni da affittare ha creato una sorta di blocco dell’intero settore. In buona sostanza, non conviene più granché mettere in affitto una casa, e molti hanno preferito liberarsene.
Anche perché vendere, in questo momento storico, garantisce rientri molto più cospicui sull’investimento; solo per Londra, le stime del Banco Santander parlano di un risparmio di oltre 290 Sterline al mese del mutuo rispetto all’affitto, a parità di immobile. La soluzione sembrerebbe dunque a portata di mano, se non fosse che il numero degli acquirenti di immobili in contrazione da anni, e negli ultimi 4 mesi è stato praticamente pari a zero.
Questa distorsione dipende dal fatto che i prezzi per gli immobili ad uso abitativo nella City risultano proibitivi per la maggior parte della popolazione; nel 2017, quasi due terzi delle proprietà in vendita sono state messe in standby dopo 6 mesi di rilanci al ribasso; nel 38% dei casi, i proprietari di casa hanno infatti preferito rinunciare alla vendita tout court, piuttosto che svendere l’appartamento.
Lo scenario è dunque delineato: la legislazione attuale rende sconveniente affittare, e questo causa un numero inferiore di immobili disponibili, e dunque la lievitazione dei prezzi. Converrebbe comprare, ma pochi possono permetterselo ai prezzi attuali, e nonostante i tassi estremamente vantaggiosi. Tassi tra l’altro destinati ad aumentare a breve, per volontà della Bank of England. Il tutto nel bel mezzo delle incertezze dovute alla Brexit.
Nomen omen, il risultato è la totale immobilità dell’immobiliare. Una situazione che, a dire degli esperti, rischia di portare al collasso se lo Stato non interverrà con programmi di costruzione Build to Rent (cioè, case a prezzi calmierati costruite affittarle) o con investimenti di edilizia sociale.