Brexit, caos patenti di guida e esame obbligatorio

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AEMORGAN

La fretta con cui il governo ha gestito tutta la faccenda della Brexit ha creato parecchi vuoti normativi che a loro volta si ripercuotono sulle attività economiche e sulla vita dei cittadini. Un esempio concreto è il caso scoppiato con le patenti di guida: l’assenza di accordi bilaterali rende di fatto impossibile la conversione automatica delle patenti britanniche nel nostro paese, ma da UE a UK è più facile.

Da UK a UE

Dal 2014, i cittadini italiani che si trasferiscono in un altro paese europeo possono chiedere la conversione della patente italiana; una banale ed economica pratica amministrativa che permette di ottenere il riconoscimento della patente di guida anche in un paese straniero senza ripetere gli esami.

Ma ora che il Regno Unito non fa più parte della Comunità Europea, i possessori di patente britannica che tornano in Italia verranno trattati come un qualunque cittadino extracomunitario. Sono previste delle deroghe, comunque, ma la situazione è molto incasinata e suscettibile di cambiamenti in futuro. Facciamo chiarezza.

Normalmente, quando ci si trasferisce in uno stato straniero, è possibile avvalersi del permesso di “circolazione turistica” per i primi tempi; dopo un anno, tuttavia, diventa obbligatorio prendere la patente sul posto. In UE il problema non sussiste perché possiamo avvalerci della conversione automatica; e non sussiste neppure per i paesi con cui l’Italia ha stretto accordi di reciprocità.

Ma l’impazienza con cui è stata siglata la Brexit ha di fatto lasciato fuori tutta questa questione che ora dovrà essere risolta dalla diplomazia. Per il momento, a meno che non abbiate presentato domanda prima del 1 gennaio 2021, non sarà dunque possibile procedere alla conversione della patente britannica in Italia: è necessario ripetere gli esami, con un’unica eccezione. In seguito alle proteste, infatti, la Motorizzazione ha emanato un circolare (numero 3401) in cui conferma la possibilità di ottenere la conversione automatica senza esami, se la patente britannica era stata a sua volta rilasciata convertendo una precedente licenza italiana.

A patto però di presentare, contestualmente alla domanda, anche una traduzione e una attestazione di autenticità; e il nuovo documento italiano, ovviamente, varrà solo per le medesime categorie abilitate dalla precedente patente italiana.

Da UE a UK

Per chi invece si trasferisce da un paese UE al Regno Unito, le cose sono più semplici, ma solo per i residenti in UK. In pratica è possibile l’uso della patente UE fino ai 70 anni; e chi ha necessità di una patente britannica, magari per lavoro, può convertire la propria senza ripetere gli esami.

Per sapere cosa potete o non potete fare, vi consigliamo di consultare la pagina del sito Web governativo sulla “Guida in UK con patente non UK.”

Nei prossimi mesi, comunque, è molto probabile che il lavoro dietro le quinte della diplomazia ristabilisca un regime di reciprocità simile al passato. Ma fino ad allora, questo passa il convento.