Covid-19 Londra, BBC: “due settimane di blocco dimezzerebbero le morti”

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AEMORGAN

Gli esperti interpellati dalla BBC non hanno dubbi. Occorre interrompere subito il circolo vizioso che ha portato all’impennata di contagi da Coronavirus nel Regno Unito; se si interviene tempestivamente con un “circuit breaker” cioè una sorta di mini-lockdown, potremmo dimezzare le morti da Covid-19 in poco tempo.

Lo scenario ipotizzato solo poche ore fa dal sindaco di Londra Sadiq Khan diventa sempre più probabile. Secondo i ricercatori, un blocco temporaneo dei movimenti dei cittadini in UK potrebbe “farci guadagnare tempo per attivare ulteriori controlli” e in più allenterebbe la pressione sul sistema sanitario nazionale; ma i dubbi non mancano.

Si teme infatti per l’impatto nefasto che una simile mossa avrebbe sull’economia e sulla società, sempre più irrequieta. Eppure, spiegano dal SAGE (Scientific Advisory Group for Emergencies), restrizioni più severe per due o tre settimane consentirebbero di “rimandare indietro l’orologio di almeno 28 giorni” dal punto di vista dei contagi.

E forse siamo già pure in ritardo. “I cosiddetti circuit-breaker hanno senso se fatti prima di averne realmente bisogno” ha spiegato il Prof. Graham Medley del SAGE. “Penso che ci troviamo in una posizione in cui le cose stanno diventando un po’ più urgenti, e a questo punto un simile break precauzionale potrebbe non bastare più.”

In una recente ricerca SAGE, non ancora pubblicata e dunque non verificata dalla comunità scientifica, è stato creato un modello matematico che calcola gli effetti sulla pandemia di un eventuale lockdown tra il 24 ottobre e il 7 novembre, che tra l’altro coinciderebbe con gli half terms scolastici.

Dai risultati preliminari è emerso che si potrebbe ridurre dal 29% al 49% i morti per Covid-19; tutto dipende dalla velocità con cui il virus si espanderà questo inverno: maggiore sarà la sua accelerazione, e più vite salveremmo con il lockdown di fine ottobre. Parliamo di un minimo di 800 ad un massimo 106.000 vite salvate.

L’idea del circuit-breaker era già stata proposta lo scorso 21 settembre, ma il governo l’aveva bocciata. La verità è molto banale: più le persone circolano, e più aumentano i contagi; o come dice il prof. Matt Keeling dell’Universitò Warwick, “più sono severe le restrizioni, e maggiore risulterà l’impatto.” Da questo assioma non si scappa.

D’altro canto, c’è un limite alla quantità di sacrifici che si può chiedere alle persone, e le criticità degli ultimi tempi (vedi l’insubordinazione dei giovani, e i party clandestini) fanno scricchiolare il sistema. Che prezzo dovranno pagare l’economia e la società, se entrasse in vigore un lockdown? Come la prenderanno i cittadini? E soprattutto, cosa possiamo fare per evitare di trovarci punto a capo tra due o tre mesi? Risposte, al momento, non ce ne sono.