UK, contagi e ricoveri in calo con la prima dose di vaccino

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AEMORGAN

Man mano che la vaccinazione della popolazione procede, si iniziano a vedere i risultati a livello macroscopico. E mentre a Londra la maggior parte dei borghi vede finalmente calare i contagi sotto la soglia psicologica dei 100 casi ogni 100.000 abitanti, uno studio inglese rivela che basta una dose di vaccino Oxford/AstraZeneca o Pfizer-BioNTech per ridurre dell’80% il rischio di ospedalizzazione negli anziani.

Calano i Contagi

I casi di Covid-19 stanno drasticamente riducendosi in tutta la città di Londra. Westminster per esempio è calata a 47.1 nella settimana del 24 febbraio, mentre Southwark ha raggiunto 49.2, Kensington e Chelsea 44.8, Camden 48.5, Islington 46.2; il record è di Lewisham con 42.8 ogni 100.000 abitanti.

In totale 29 borghi, incluse tutte le aree di East London che erano state particolarmente flagellate dalla seconda ondata di Coronavirus, calano sotto i 100 nuovi contagi ogni 100.000 abitanti.

L’Efficacia dei Vaccini

In un recente aggiornamento sull’andamento della pandemia in UK, il ministro della Sanità inglese Matt Hancock ha confermato “risultati davvero incoraggianti” del piano di vaccinazione, con un calo dell’80% dei ricoveri nei vaccinati over 70.

“Questo è un segnale che il vaccino funziona” ha commentato davanti le telecamere a Downing Street. “È la dimostrazione nel mondo reale che, nell’intero Regno Unito proprio ora il vaccino sta aiutando a proteggere l’NHS e a salvare vite. Una singola dose del vaccino Oxford/AstraZeneca o Pfizer funziona contro le forme gravi di infezione negli over 70 con una riduzione nel numero di ospedalizzazione di più dell’80%. Infatti, i dati dettagliati mostrano che la protezione del vaccino di Oxford a distanza di 35 giorni dalla prima inoculazione è perfino lievemente superiore a quella Prizer, sebbene entrambi i risultati siano eccellenti.”

Un nuovo studio del Public Health England (PHE) rivela che, da gennaio, i dati sembrano confermare la protezione contro le affezioni sintomatiche del Covid-19 a distanza di 4 settimana dalla prima dose, con un’efficacia compresa tra il 57% e il 61% per Pfizer e tra il 60% e il 73% per AstraZeneca.

Dopodiché la frecciatina: “Non siamo qui per criticare gli altri paesi” ha dichiarato l’ufficiale medico capo del PHE Prof. Van-Tam, “ma penso che i dati emergenti dal programma parlino per sé.” Il riferimento è alla mancanza di dati sull’efficacia dell’AstraZeneca su coorti di over 65 che ha portato molti paesi, tra cui l’Italia, ad adottare un approccio cauto. Tant’è che, inizialmente, in molti paesi UE l’AstraZeneca era destinato alle fasce più giovani della popolazione; ora però, alla luce dei dati provenienti dal Regno Unito che ha fatto da apripista (da cavia?), i governi UE stanno rapidamente aggiornando le raccomandazioni sanitarie.

Un Monito

Sebbene le notizie di questi giorni siano molto incoraggianti, dall’OMS ammoniscono: è “prematuro” e “irrealistico” pensare che la pandemia possa concludersi entro la fine del 2021.

Anche perché, sebbene il numero dei nuovi casi da Coronavirus sia calato, il tasso di declino è sensibilmente rallentato. Per questo, Hancock stesso ha raccomandato di “attenersi alle regole per non mandare tutto all’aria proprio adesso.”

Anche perché, la verità è che la politica inglese sta facendo una gigantesca scommessa: dopo aver acquistato milioni di dosi di vaccino prima della revisione (e fin qui è andata bene, ma poteva pure finire in milioni di Sterline buttate al vento), ora il governo Johnson ha puntato all-in sulla strategia del rinvio della seconda dose.

Ed è vero che attualmente il 30% della popolazione britannica è già vaccinata, ma soltanto l’1% ha completato le due inoculazioni. È importante capire che stiamo usando impropriamente un farmaco, cioè lo stiamo somministrando al di fuori delle raccomandazioni dei produttori.

E soprattutto, stiamo andando alla cieca. Ad oggi non esistono dati affidabili che confermino quanto dura la protezione con una singola inoculazione; ciò significa che rimandare troppo la seconda dose rischia di vanificare tutti gli sforzi, se il titolo anticorpale è troppo basso o addirittura nullo al momento della seconda inoculazione.

C’è un motivo per cui l’antibiotico si prende per 5 giorni, e non alla scomparsa dei sintomi; e la ragione è che dobbiamo essere assolutamente certi di averlo eradicato il patogeno dall’organismo, prima di interrompere la cura. Il rischio altrimenti è di selezionare un batterio farmaco-resistente, e lo stesso principio si applica al Covid-19. Una bassa immunizzazione nella popolazione rischia di aiutare a creare e diffondere nuove mutazioni del Covid-19. Per questo, a giudizio degli esperti, è fondamentale impedire al Coronavirus di replicarsi e mutare nell’organismo, e ciò può essere ottenuto solo con una immunizzazione decente.

Poi per carità, magari andrà bene anche stavolta, ed è quello che speriamo. Ma il rischio, se sbagliano i calcoli, è di ritrovarsi con qualcosa di peggiore di ciò che abbiamo dovuto fronteggiare finora.