Calcio oltre i confini: Fan club “AS Roma UK”, una bandiera giallorossa svetta nel cielo di Londra

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AEMORGAN

Il calcio, una passione che non ha confini né spaziali né temporali. Il calcio, fenomeno collettivo che più di ogni altro riesce a radicarsi nello spirito di coloro che ne subiscono il fascino, fino a diventarne parte integrante. Il calcio, quello che in tanti considerano solo un gioco, ma che, invece, è un collettore di emozioni capace di generare quanto di meglio, (purtroppo alcune volte anche quanto di peggio), risiede nell’animo umano, di unire, attraverso il filo della passione, persone di tutte le età, di ogni nazionalità e dai backgrounds culturali differenti.

Ed è proprio da questo potere aggregante, unito alla volontà straordinaria e alla voglia di impegnarsi in prima persona di un giovane ragazzo romano, che nasce il fan club “AS Roma Uk”. Sì, perché per parlare di questa splendida realtà londinese non si può non partire da colui che, con impegno e passione, ha dato vita a quella che è considerata una vera e propria istituzione fra i tifosi giallorossi a Londra e che è arrivata a contare oltre 150 iscritti , ma che, nelle partite di cartello, riesce ad unire sotto la stessa bandiera più di 350 persone.

Gianluca Corrado è partito da Roma nel 2012 alla ricerca delle nuove opportunità che Londra può offrire, portando con sé la passione per uno sport e in particolare per dei colori, quelli giallorossi, per lui una sorta di seconda pelle. Nel 2013, dopo aver frequentato senza rimanerne troppo colpito, vari luoghi di ritrovo dei tifosi romanisti a Londra, Gianluca decide che è arrivato il momento di provare a creare un vero e proprio presidio giallorosso in Inghilterra: «I luoghi che frequentavo durante le partite non rispecchiavano ciò che secondo me doveva essere un club della Roma qui a Londra. Per questo motivo, insieme ad altri amici conosciuti lungo il percorso, abbiamo deciso di creare una realtà più aderente ai valori che secondo noi doveva avere un contesto come quello di un fan club della Roma in terra straniera: capacità di unire tutti coloro che hanno la medesima passione, nel rispetto reciproco e senza nessuno scopo di lucro. Insomma solo per i colori e per il piacere di stare insieme».

A distanza di 5 anni, potendola osservare, è proprio questa la realtà che i ragazzi capitanati dal presidente Corrado sono riusciti a creare. Il ritrovo è in piano centro, il Rileys Pub di Victoria, (16 Semley Pl, Victoria SW1W 9QJ), che da qualche mese ha sostituito la sede storica di St. Paul’s. Durante le partite dei giallorossi il Ryleys si trasforma in una sorta di succursale della curva sud dell’Olimpico: «Amiamo vedere le partite come se fossimo in curva, tutti in piedi e compatti nell’intonare i cori. È un modo per sentirci più vicini alla squadra anche a distanza di km». Il contributo economico per l’iscrizione al club è assolutamente simbolico: «Chiediamo una quota di iscrizione di 5 sterline, per il resto finanziamo le nostre attività attraverso la vendita di sciarpe, magliette e merchandising vario con i simboli di “AS Roma Uk”. Tutto ciò che raccogliamo viene reinvestito nel club».

Un fan club della Roma a Londra significa anche sentirsi più vicini a casa, lasciare che quel senso di appartenenza rimanga intatto anche a migliaia di km di distanza: «Il nostro obiettivo è ribadire i valori della vera romanità – ci tiene a precisare Gianluca Corrado. Cerchiamo di essere presenti sempre numerosi nelle trasferte europee, portando in giro i principi del tifo sano. È proprio per questo motivo che abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di aderire alla campagna contro il razzismo promossa dalla Uefa, apponendo il simbolo dell’iniziativa sulla tessera di iscrizione al club». Un piccolo gesto, ma dal significato enorme.

Il club è ormai una istituzione fra i tifosi romanisti, tanto che è diventato meta di pellegrinaggio per tutti i supporters giallorossi in vacanza a Londra: «Ci vengono a trovare in tanti e vengono accolti come se fossero a casa loro. Per noi il club è un motivo di orgoglio». E non è tutto. Infatti anche i rapporti con i simboli del romanismo sono sempre molto attivi. In questo senso un momento indimenticabile per i ragazzi di “AS Roma UK” è stata la visita ricevuta dall’ex centrocampista giallorosso Damiano Tommasi: «Tommasi è stato qui con noi lo scorso anno. Quella fu una giornata bellissima, che ha significato molto per tutti noi. Ricordo che tutto iniziò bene, con la vittoria della Roma a Napoli, e terminò con una indimenticabile partita a calciotto, a cui lo stesso Tommasi partecipò».

Ma un club della Roma a Londra significa anche scoprire che la passione per i colori giallorossi non ha limiti spaziali, non è un fenomeno delimitato all’interno dei confini del Grande Raccordo Anulare, come alcuni detrattori amano affermare: «L’esperienza di “AS Roma UK” mi ha fatto capire che l’amore per la Roma non ha confini – afferma fiero Gianluca. Il vicepresidente del club, Sergio Ventura, è siciliano. Fra gli iscritti ci sono ragazzi campani, pugliesi, ma anche inglesi e polacchi. Uno dei simboli del club è James Vass, un inglese che conosce a memoria tutte le formazioni della Roma dal 1984 in poi (l’anno della finale di Coppa dei Campioni persa contro il Liverpool, ndr). Addirittura c’è un ragazzo polacco, si chiama Rafal, che ha l’immagine di Totti tatuata sul braccio».

Vivere lontano da casa permette di acquisire una maturità e una consapevolezza diverse, capaci di colmare quelle distanze che sembrano, invece, incolmabili nel delirio urbano che spesso accompagna il derby di Roma: «Il rapporto con i tifosi della Lazio a Londra? Direi buono, anche perché spesso si condivide la stessa casa, si vive spalla a spalla e insieme si superano i problemi quotidiani che vivere in terra straniera comporta. Con i ragazzi del club della Lazio abbiamo dato vita ad una sfida di calcio che abbiamo ribattezzato “Derby in Albione”. Da questa partita è nata poi la Supporters League, un campionato di calcio a cui partecipano i fan club delle squadre italiane presenti a Londra e alcuni fan club di squadre straniere. Insomma, con i tifosi laziali il rapporto è buono, ovviamente per 363 giorni all’anno, perché il derby è pur sempre il derby”.