La Londra di…Valeria Martucci, dove l’amore per la cucina trova nuove e meravigliose strade

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AEMORGAN

Valeria era solo un’adolescente quando mise piede a Londra per la prima volta: una delle tante vacanze studio di due settimane per imparare la lingua e stare all’estero senza mamma e papà, una di quelle che molti di noi hanno fatto tra i 15 e i 25 anni. Gli anni della spensieratezza, quelli in cui la città che visiti ti appare magnifica, colorata, imponente. È così che Londra appariva a Valeria nei suoi 17 anni: “un altro pianeta, un luna park”.

Londra, 10 anni dopo, è diventata la casa di Valeria: le esperienze raccolte in questo lasso di tempo le hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche di una metropoli quali quelle della capitale britannica e Londra, per Valeria, non è più decisamente un immenso parco divertimenti.

Valeria è una ragazza pugliese che dalla sua terra è andata via molto giovane, un po’ come Antonio… lo ricordate? Il nostro pianista dell’ultimo episodio. Da una città di mare e portuale, Brindisi, Valeria si trasferisce in un’altra città dalle caratteristiche molto simili, solo un po’ più a nord: Genova.

“Ero una studentessa fuori sede, convivevo (ora come allora) in una casa presa con l’aiuto della famiglia: la vita era tranquilla, niente di eccitante ma nulla in fondo di cui preoccuparmi. Ho poi lasciato gli studi per gettarmi a capofitto in quella che era la mia passione, la cucina, il vino e la ristorazione. Avrei tanto desiderato aprire o gestire un locale tutto mio, ma la realtà mi ha messo in faccia condizioni difficili, motivi per cui era meglio rinunciare ad un sogno che inseguirlo per una vita intera. Così ho fatto di tutto per rendermi perlomeno indipendente dalla mia famiglia, ma anche i lavori più svariati come barista e cameriera non mi permettevano di avanzare. Ho sempre dovuto sgomitare per guadagnarmi il posto che, a dire il vero, già meritavo e solo ora mi rendo conto che non mi abbiano mai valorizzata come avrebbero dovuto e potuto. Sempre inchiodata a paghe da fame e con zero responsabilità, venivo inoltre spesso penalizzata per il carattere ‘timido’ e le capacità e l’esperienza passavano in secondo piano: non era la vita che volevo, non per sempre. Tuttavia mi ritengo uno spirito positivo e posso felicemente dire che anche durante i periodi più bui ho avuto le mie soddisfazioni.”

Ho conosciuto Valeria quasi per caso, prima di questa intervista, ma quando ci siamo risentite proprio per questa occasione, non avevo ben collegato che fosse lei. Mentre mi racconta la sua storia, però, sono riuscita a riconoscere quella persona entusiasta che avevo già incontrato e che, con le mani in mano, proprio non riesce a starci. Valeria è una gran viaggiatrice e come tutte le viaggiatrici ha lasciato un po’ di sé ovunque sia andata.

“Ho scelto Londra dopo due anni a Dublino e l’ho fatto perché avevo voglia di uscire definitivamente dalla dimensione provinciale che fa parte della mia vita dacché sono nata. Liberarmi da tante reti, direbbe James Joyce e così Londra è per me quel che per lui fu Parigi. Il motivo più pratico è stato perché col mio tipo di lavoro e con la carriera che seguo ormai da anni, qui c’è senz’altro maggiore possibilità di progressione e promozione. Non solo, ma qui in quest’ambito si può studiare, si può costruire una formazione pratica certo, ma anche teorica che ritengo comunque basilare.

Il primo impatto una volta trasferitami qui un paio di mesi fa è stato strano: una realtà piena di energia che ti mette a dura prova. Troppi stimoli, troppa frenesia, troppa bellezza e troppe cose da fare tutte in una volta… io che dentro sono ancora una ragazza di provincia, ho avuto una sorta di ‘corto’ a livello emotivo. Nonostante ciò, però, aver vissuto precedentemente a Dublino mi ha dato quasi un senso di continuità. E sono certa di non poter né dover mollare, ma ho anche fiducia nel fatto che se dovesse andar male Londra mi permetterà di buttarmi a capofitto in un altro settore ed in un’altra avventura. Questa città non ti chiude mai le porte in faccia.”

Valeria è una giovane donna, eppure già tanto decisa. La sua forza ed il suo rifugio arrivano dai luoghi, oltre che dalla passione per quel che fa. Come per tutti noi, la strada non è stata affatto semplice ma qui ha constatato risultati immediati che in Italia non sarebbe stato possibile raggiungere.

“Arrivo a Londra e trovo subito casa e lavoro per una catena di deli; riesco anche a seguire i corsi che erano di mia aspirazione: uno da sommelier alla Wset School ed uno da Retail Accountant al City of Westminster College. Spero che la mia esperienza ed i miei studi mi permettano di trovare posizioni interessanti e con ruoli di maggiore responsabilità nell’industria del vino. Nel frattempo, mi perdo fra Camden ed Hyde park, con una passione non taciuta per Harlesden, dove vivo. Quelle villette a schiera abitate da famiglie comuni ti danno la sensazione di vivere in una città nella città, una sorta di tuffo nel passato.”

Un tuffo nel passato che, speriamo, porti Valeria ad un grande futuro. In bocca al lupo.

Se avete una storia da raccontare, che sia di ispirazione ad altri italiani che sono già a Londra o che sognano di partire per la capitale inglese, contattate la nostra redazione, scrivendoci a press@londradavivere.com