“Vivere a Londra”: il sogno musicale di Beatrice Dis e le opportunità offerte dalla City

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AEMORGAN

Tanti vedono Londra come una meta da raggiungere, un punto di arrivo definitivo. Per altri, invece, si tratta semplicemente di un nuovo inizio. Ci sono poi persone come Beatrice Dis che invece hanno utilizzato al meglio tutte le opportunità offerte dalla capitale britannica per costruire il proprio sogno, arenatosi in Italia, e quindi riportarlo con nuove e più solide premesse al Paese natio.

Nata a Firenze e cresciuta a Prato, Beatrice ha scoperto sin dalla tenera età di 12 anni di voler diventare una cantante: spettacoli, teatro, sale di registrazione, tutti gli step sono stati affrontati con diligenza fino al termine dell’università. Divenuta interprete e traduttrice nel 2008, da quel momento la ragazza ha visto tutte le sporte chiudersi davanti a sé, sia dal punto di vista lavorativo che artistico: “Ero seriamente scoraggiata: avevo fatto tanti sacrifici per tenere in piedi entrambi i profili e poter un giorno goderne i frutti…”

È a quel punto che Beatrice ha scelto di trasferirsi a Londra, nel 2012, frustrata dall’impossibilità di trovare un’indipendenza economica e dei tanti ostacoli ai suoi progetti musicali. Nel Regno Unito Beatrice è entrata immediatamente in alcune agenzie che offrono lavoro da interprete, tuttavia non si trattava di lavori in grado di darle sicurezza.

La svolta è avvenuta quando è entrata come receptionist della spa del Claridge’s hotel, rinomato hotel di lusso del centro di Londra, un lavoro tanto formativo quanto in linea con le proprie necessità organizzative: “Oltre ad aver imparato tantissimo e avermi economicamente permesso maestri di musica e scuole eccezionali, mi ha dato anche la flessibilità di orario per dare precedenza alla musica e all’interpretariato.”

Da quel momento è stato possibile avviare il progetto discografico indipendente BEATRICE DIS, che ha già portato alla pubblicazione di 6 singoli e un featuring su tutti i canali digitali e streaming, promossi con video musicali, articoli di giornali, blog, ospitate in radio.

Gli inizi, come sempre accade, non sono stati facili, ricorda Beatrice, ma l’hanno aiutata a rimettersi in piedi dopo lo sconforto provato a casa: “Mentre in Italia si tende ad aiutarsi fra parenti e conoscenti, quando ti trasferisci in una città straniera, con usi e costumi tutti da imparare e in cui non conosci nessuno, ogni piccola o grande cosa che ottieni è frutto della tua preparazione e personalità. Può essere estremamente faticoso all’inizio, ma a me è servito molto per ritrovare la stima in me stessa che avevo perso in anni e anni di frustrazioni in Italia.”

Beatrice poi smentisce la fama di Londra quale città caotica e rileva come tante persone cerchino il proprio benessere attraverso la meditazione e altre pratiche. Esperienze che le sono state utili anche per ritrovare la propria dimensione interiore, guadagnare calma e serenità contro lo stress metropolitano.

Nonostante con una certa fatica Beatrice sia riuscita a fare molte amicizie inglesi (rifuggendo all’inizia la facile compagnia dei suoi compatrioti), il soggiorno della cantante ha tuttavia confermato un certo stereotipo che vuole gli inglesi freddi e distanti: “Apprezzo l’educazione degli inglesi, ma a volte la trovo forzata, di facciata. E questa mancanza di onestà di sentimento mi intristisce.”

D’altra parte Londra ha offerto moltissimo alla nostra protagonista, sopratutto dal punto di vista della preparazione vocale e attoriale: scuole e insegnanti ottimi, in grado di fornire uno spettro molto ampio di tecniche e studi. Questo percorso ha fatto sì che Beatrice ritrovasse la fiducia in se stessa e nelle proprie capacità, che le consentiranno di tornare in Italia con un nuovo slancio e un rinnovato ottimismo.

Le ragioni di questo successo vanno ricercate nell’apertura di Londra, definita “una città possibilista”, aperta alle sfide, dove la paura di imparare cose nuove, e magari sbagliare e ricominciare, non trova spazio. Beatrice ricorda di essersi lasciata contagiare da questo sentimento: “Mi sono messa a studiare music business, avevo intorno persone che mi incoraggiavano e ho gestito il progetto con le mie forze. Gli sbagli ci sono stati ma non me ne sono fatta un cruccio: sto imparando, ogni sbaglio mi insegna qualcosa per andare avanti meglio.”

Anche la decisione di lasciare Londra è avvenuta con serenità, senza rimpianti e con la piena soddisfazione rispetto al percorso fatto. Purtroppo il progetto discografico non ha spiccato quel salto in avanti necessario, sopratutto per mancanze di conoscenze negli ambiti giusti (radio, locali, festival). Connessioni che invece Beatrice può vantare in Italia, dove riporterà il suo bagaglio di studi e musica.

Londra è stata senz’altro un’esperienza, un passaggio, ma la durata di 7 anni del soggiorno è stata inaspettata. Ad un certo punto, Beatrice ha comunque sentito l’esigenza di tornare in Italia, vicino alla famiglia e gli amici di sempre, la cui distanza si è fatta sentire con forza. Inoltre, ricorda di aver anche sofferto per quella qualità della vita così tipica del nostro Paese.

Infine non manca un consiglio per chi vuole imitare la sua scelta, ardua, ma percorribile per chi ha la giusta predisposizione: “Trasferirsi a Londra vuol dire essere pronti a grossi sacrifici, e non solo economici. Bisogna essere davvero affamati di sogni per avere la caparbietà di lottare ogni giorno. Allo stesso modo però Londra può offrire molto, quindi bisogna essere pronti a ‘prendere’ e approfittare delle unicità di questa metropoli.”