Toilet man

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AEMORGAN

Partendo da una situazione nota, si può spesso iniziare a comprenderne una ignota.
Prendiamo ad esempio qualcosa capitato a chiunque abbia mai affrontato un viaggio in autostrada, la sosta in autogrill.

Volenti o nolenti, bisogna ammettere che ha sempre il suo fascino.
Non tanto per l’accozzaglia di cianfrusaglie merendine e caramelle alla quale ci si abitua dopo pochi viaggi.
Piuttosto l’esperienza olfattiva é sempre di grande effetto: entri e vieni travolto da una sberla di odori molto particolari, un giusto mix tra brioches appena sfornate, caffé macinato, culatello di zibello del reparto salumi e ascella del tizio che fa la fila alla cassa accanto a te.

Incentrare un qualsiasi post sulle differenze culinarie Italia-Uk sarebbe forse eccessivamente paraculistico, quindi saltiamo la parte “rustichella cotto e fontina” e fiondiamoci nella seconda tappa obbligata di ogni sosta in autogrill che si rispetti, chiaramente non parliamo del rifornimento di carburante.

I bagni pubblici in italia, hanno questa tendenza al TUTTOASETTICO. Entri e non devi toccare nulla.
Quando finisci l’opera di minzione, un sofisticato sensore rileva che hai fatto la tua parte e attiva lo sciacquone,senza che tu debba toccarlo.

Vai a lavarti le mani ed un sensore molto meno sofisticato – tanto da interrompere il flusso ogni due secondi, con somma disperazione del tizio vicino a te che tenta disperatamente di lavarsi la faccia – decide quando aprire e chiudere il rubinetto, senza che tu debba toccarlo.
Un terzo sensore é presente sotto il dispenser del sapone in modo da erogare sapone sulle tue mani, senza che tu debba toccarlo.
Un quarto sensore si trova sotto all’asciugamani ad aria…pronto a far partire aria calda, senza che tu debba toccarlo.

Quando poi devi uscire, la maniglia della porta devi toccarla eccome, esattamente come gli altri duecentocinquanta viaggiatori che nell’ultima ora hanno frequentato la toilette, compresi quelli che non si sono lavati le mani.

I pub Londinesi hanno quindi un approccio molto più pragmatico. Credo sia riassumibile come “Vabbé sticazzi, gli anticorpi a qualcosa dovranno pur servire, possiamo mica spendere un patrimonio in sensori”
Ed eccoli quindi che sfoggiano una serie di accorgimenti molto utili all’utenza, innanzitutto gli orinatoi sono spesso larghi quanto tutto il muro (presente quelle pareti metalliche con l’acqua che scorre? ecco), in modo da evitare problemi di mira etilica.

L’acqua scende in maniera perpetua, senza alcun tipo di meccanismo che ne arresti il flusso. Sopra il rubinetto, molti usano mettere la targhetta “now wash your hands, please” giusto per dare consigli su possibli utilizzi. Ovviamente, come detto, il rubinetto non ha sensori ma la cara e vecchia manopola, altro particolare é che vista una insana affezione al vintage, spesso anziché avere un rubinetto con un miscelatore (ma sarebbero bene accette anche due manopole), sono presenti due rubinetti singoli: acqua bollente / acqua ghiacciata, con i quali fare dei simpatici ping pong per lavarsi le mani.

Tutte queste attivazioni manuali, hanno richiesto la creazione di una figura professionale non presente in italia, il toilet man. Lo so, anche negli autogrill gli addetti alle pulizie stanno spesso fuori dal bagno con un banchetto aspettandosi delle mance, ma i toilet men sono qualcosa di completamente diverso. Questi individui campeggiano vicino al rubinetto, lo aprono e lo chiudono, vi mettono il sapone sulle mani e vi danno le salviettine per asciugarvi. Inoltre, essendo i locali luogo di interazione intersessuale, mettono a disposizione dei clienti una vasta serie di profumi,deodoranti e gomme da masticare. Ovviamente usufruire di uno qualsiasi di questi servizi senza elargire mance, equivale ad essere guardati male e insultati.

Va detto che nel corso del tempo, hanno comunque sviluppato una interessante strategia di marketing: non solo offrono una serie di beni, ma hanno anche degli slogan che canticchiano a ripetizione con cadenza accattivante. Ce ne sono svariati, alcuni diffusi in maniera trasversale mentre altri peculiari. La caratteristica comune a tutti é comunque la tematica, evidentemente paventare infezioni micotiche di vario genere non sarebbe abbastanza efficace, quindi i toilet men tendono a far leva sul bisogno spasmodico di ogni uomo di accoppiarsi.

Alcuni sono molto sobri:
“No soap, no hope.”
Niente sapone, niente speranza. Come dargli torto?
“You touch it, you wash it.”
Se lo tocchi, ti lavi. Anche qui, molto lineare.
“No spray, no lay”
“No cologne, go home alone.”
“No Calvin Klein, no 69.”
“No Davidoff, no suck it off.”
“No Armani, no punani.”

Questi cinque offrono una interessante escursione sull’utilizzo di deodoranti/profumi al posto del lavaggio, argomento che comunque prevederebbe una trattazione a parte.
Alcuni di questi hanno espressioni colorite, quello più interessante é secondo me “punani”, che pare abbia derivazioni Hawaiiane e che in origine significasse “bellissimo fiore”.

Altri, più crudi, verranno omessi per lasciare l’effetto sorpresa… non vorrei rovinarvi tutto il gusto.
Oppure, credo ci si possa mettere d’accordo per una lista completa via mail privata, previo pagamento…perché, come dicono loro “No money, no honeyz.”