Immigrazione e benefit a Londra: quali scenari per il 2015?

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AEMORGAN

Non sappiamo cosa ci riserverà il 2015, ma gli italiani che vivono o si trasferiranno nel Regno Unito a breve, staranno sulle spine fino alle elezioni di maggio.

Il tema immigrazione è il leitmotiv di questa campagna elettorale con Cameron che pur di non perdere voti, dà degli ultimatum all’Unione Europea (“o accettate queste proposte o usciamo”) con l’intento di far tremare i vetri di mezza Bruxelles, ma in pratica ricevendo la stessa credibilità di Morgan quando dice di lasciare per sempre XFactor.

Sappiamo che Cameron teme la vittoria di quel partito democratico, tollerante e open-minded che è lo UKIP guidato dal progressista, attento alla parità di genere quanto Enrico VIII, Nigel Farage, in pratica un incrocio tra un Salvini e un Razzi dei noi altri.

Insomma, mentre il partito laburista sembra avere la stessa rilevanza di quanta ne abbiano attualmente i Five nel panorama musicale, noi veniamo accusati di rubare lavoro agli inglesi, essere criminali, portare a ribasso gli stipendi, esportare la mafia, ma soprattutto di creare traffico in autostrada. Aspettatevi a breve di essere ritenuti responsabili anche per la stempiatura del principe William o per la cellulite di Cara Delavingne.

Comunque, per il momento non c’è da preoccuparsi più di tanto. Millantano di porre quote sugli immigrati, ma finché sono nell’Unione, non possono farlo. Però hanno già limitato l’accesso ai benefits -sussidi statali- soprattutto per coloro che sono alla ricerca di lavoro.

Vi spiegheremo quali sono i principali benefits, ma se volete un consiglio partite con risorse sufficienti per i primi tre mesi. Chiaramente si spera di trovare lavoro molto prima, ma se dovesse andare male, non è più possibile bussare alla porta della Regina per un aiuto.

Provate a bussare a quella di Farage semmai, ma travestiti da Paddington. Sarà anche un orso, ma almeno è British.