Impennata suicidi in UK (e a Londra), il governo vara il primo “Ministero di Prevenzione Suicidi” del mondo

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AEMORGAN

Ogni anno, secondo l’OMS, commette suicidio una persona ogni 40 secondi, e per ognuno che ci riesce, ce ne sono altri 20 a cui viene impedito in qualche modo. Parliamo di 800 mila morti ogni anno che possiamo e dobbiamo evitare con tutti i mezzi a disposizione. In quest’ottica, il Primo Ministro inglese Theresa May ha nominato il primo Ministero al mondo di Prevenzione dei Suicidi.

Ogni anno, solo ne Regno Unito, oltre 4.500 persone si sentono strette in una morsa che non dà loro alcuno scampo percepito, e dunque smettono di lottare. E così, dopo il Ministero per la Solitudine, il governo ha creato una figura che si occupi in modo specifico di questa tragedia silenziosa. Il nuovo ruolo è stato assegnato a Jackie Doyle-Price, parlamentare conservatore e attuale ministro della Salute.

A lui è affidata la taskforce governativa che tenterà di porre un freno al fenomeno, in tandem con studiosi di psicologia e esperti di prevenzione dei danni auto-inflitti; oltre ovviamente a medici e associazioni benefiche, e soprattutto persone con una storia diretta o indiretta di tentati suicidi alle spalle.

“Possiamo fermare lo stigma che ha costretto troppi a soffrire in silenzio” ha dichiarato la May in occasione dell’annuale Giornata Mondiale della Salute Mentale promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Possiamo prevenire il dramma del suicidio che ruba troppe vite.” E sulla stessa lunghezza d’onda la Doyle-Price, che dichiara:

“Durante il mio lavoro al Ministero ho incontrato molte persone private dei loro affetti dal suicidio, e le loro storie di dolore e perdita resteranno con me a lungo. Sono queste le persone al centro del nostro intervento, e accogliamo con gioia la possibilità di lavorare da vicino con loro, così come con gli esperti, per sovrintendere un programma di prevenzioni dei suicidi di respiro parlamentare che dia voce a chi ora non ne ha.”

Un po’ è il clima finanziario rigido, e un po’ gli scossoni della Brexit. Fatto sta che la politica di austerità che si trascina da almeno un decennio nel Regno Unito ha portato ad un taglio forsennato dei fondi destinati ai servizi di salute mentale. I tempi per prenotare uno specialista attraverso l’NHS (il sistema nazionale sanitario inglese) si sono allungati a dismisura, con attese spesso di molti mesi prima di una visita e di una terapia.

Ecco perché il governo ha promesso di stanziare 2 milioni di Euro, irrobustendo il supporto alle scuole e garantendo per altri 4 anni l’accesso gratuito al servizio telefonico Samaritans che fornisce un sostegno emotivo concreto alle persone in stato di stress psicofisico. Con quali risultati, lo vedremo solo tra qualche anno.