Boom di italiani a Londra: i dati della ricerca condotta dall’Università di Oxford

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AEMORGAN

Il referendum sulla Brexit si avvicina e la tematica principale su cui si gioca l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è sempre l’immigrazione dei cittadini europei verso Londra e l’intero Paese. L’Osservatorio sull’immigrazione dell’università di Oxford ha pubblicato ieri, 13 aprile, nuovi risultati in seguito a sue ricerche in questo campo. Il risultato? Sono soprattutto i cittadini di sei Stati UE – Italia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Polonia e Romania – che partono con un biglietto di solo andata per la Gran Bretagna ed è a loro/noi che si deve l’80% della crescita della popolazione UE nel Regno Unito dal 2011.

Nel suo studio Pulling Power: Why Are EU Citizens Migrating to the UK?, l’Osservatorio di Oxford ha cercato di spiegare le cause di questa migrazione verso il Regno Unito e di predirne gli andamenti futuri. Il dato certo è che dal 2004, il numero di migranti europei nella terra d’Albione è più che raddoppiato, raggiungendo la quota di 3 milioni nel 2015. Per quanto riguarda gli italiani, sempre nel 2015, sono 176 mila i lavoratori che hanno deciso di abbandonare il Paese d’origine per trasferirsi oltremanica, 50 mila in più rispetto al 2011, quando la popolazione italiana nell’Isola si fermava a 126 mila persone. Gli spagnoli hanno conosciuto una crescita maggiore, da 63 a 175 mila, ma sono soprattutto polacchi e rumeni a costituire una grande comunità in Gran Bretagna, rispettivamente con una popolazione di 818 e 223 mila nel 2015. Tuttavia, nonostante l’aumento dell’immigrazione nel Regno Unito, è diminuito di 6,3 milioni (pari al 15%), tra il 2006 e il 2015, il numero di giovani migranti tra i 20 e i 34 anni provenienti da questi sei Paesi.

Oltre ai motivi che rendono il Regno Unito attrattivo da sempre, come la possibilità di parlare inglese e la presenza di comunità di migranti molto grandi e integrate, ci sono altri fattori che hanno influenzato la migrazione degli ultimi anni. L’Osservatorio ha confermato che la ragione principale che spinge gli abitanti del Sud Europa a migrare è il forte livello di disoccupazione – mentre l’occupazione a Londra è cresciuta di 1 milione di unità tra il 2012 e il 2014, in Italia è scesa di 425 mila, in Spagna di 375 mila e in Portogallo di 68 mila – mentre i cittadini dell’Est Europa sono alla ricerca di salari più alti (in UK i salari sono 1,8 volte più alti che in Polonia e 4,2 volte maggiori che in Romania).

Cosa cambierà in futuro? Non essendoci un singolo fattore che spinge le persone a emigrare, è difficile fare previsioni. Tuttavia, Madeleine Sumption, direttrice dell’Osservatorio, ha detto: “Ci sono molti fattori da considerare. È comunque probabile che alcuni, come i salari bassi nei Paesi dell’Est Europa, non si risolveranno nel breve periodo, mentre altri potrebbero modificarsi a breve, come il livello di disoccupazione nel Sud”. Si potrebbe dedurre quindi che se nel breve e medio termine, in Italia, Spagna e Portogallo i livelli di occupazione tornassero ad aumentare, l’emigrazione verso il Regno Unito diminuirebbe fortemente, mentre più difficile è prevedere in un futuro prossimo un arresto dei flussi migratori da Polonia, Ungheria e Romania.