Brexit: divergenze enormi nelle ultime trattative tra Regno Unito e UE

5163
AEMORGAN

Con lo scoppio dell’epidemia da Coronavirus, i negoziati Brexit tra il Regno Unito e l’Unione Europea hanno subito una sospensione inevitabile rendendo ancora più incerte le condizioni di partenza.

Superato questo periodo di stallo, durante la scorsa settimana sono ripartite le trattative tra il primo ministro inglese Boris Johnson e l’UE ma le divergenze tra le due parti pare che si siano amplificate.

Secondo le indiscrezioni provenienti da Bruxelles, gli intoppi si fanno sentire in maniera significativa: “Ci sono molti dettagli tecnici minori su cui potremmo trovare una soluzione. Ma per quanto riguarda gli obiettivi fondamentali che entrambe le parti stanno cercando di raggiungere le differenze sono enormi. La situazione non potrà evolversi in mancanza di una spinta politica. Al momento è ciò che manca“.

Al termine del secondo round di negoziati, il capo negoziatore UE Michel Barnier ha rilasciato una dichiarazione preoccupante che rivela una scarsa disponibilità del Regno Unito nelle trattative: “Prendiamo atto della scelta del Regno Unito di non voler estendere il periodo di transizione e quindi dobbiamo lavorare in modo serio per fare progressi in modo concreto. […] Ma il Regno Unito non si è voluto impegnare in modo sostanziale su punti importanti e precisi che sono previsti dalla dichiarazione politica. Lo deploro e mi inquieta“.

Dal canto suo il governo inglese ha immediatamente lanciato il contrattacco dichiarando che, contrariamente a quanto riferito da Barnier, il clima dei negoziati è risultato costruttivo. Nonostante ciò, il Regno Unito non ha negato che durante le trattative sono stati riscontrati dei problemi causati da fattori ben precisi: “I progressi sono stati limitati sui dossier segnati dalle divergenze principali fra i quali c’è il cosiddetto level playing field, ossia l’allineamento normativo invocato da Bruxelles contro i rischi di concorrenza commerciale sleale“.