Brexit: il 15 gennaio il Parlamento voterà l’accordo con l’Unione Europea

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AEMORGAN

La Gran Bretagna si avvicina sempre più a una risoluzione definitiva della questione Brexit, prevista per l’uscita dall’UE alla fine del mese di marzo. In particolar modo, infatti, si attende la ratifica da parte del Parlamento dell’accordo con l’Unione Europea proposto dal Primo Ministro Theresa May.

Come si ricorderà, il primo voto era inizialmente previsto per il mese di dicembre. Tuttavia la leader del governo Tory aveva chiesto e ottenuto l’annullamento della data, in quanto impegnata a ottenere concessioni da parte di Bruxelles. Nel frattempo le discussioni in questo senso sono fallite, ma la data della Brexit si staglia con maggiore nitidezza all’orizzonte.

È così stato confermato direttamente da Downing Street che il 15 gennaio il Parlamento del Regno Unito dovrà votare l’accordo. La vittoria del sì andrebbe a significare il mantenimento dei rapporti privilegiati tra la nazione e l’Europa, mentre un voto contrario potrebbe voler dire – ma non è detto – l’attuazione dello scenario più apocalittico, quello dell’opzione del no deal.

Al momento il governo sembra essere destinato a perdere la votazione, ed è anche per questo che vi è stato un primo ritardo. Infatti anche circa 100 membri del partito Conservatore si sono detti contrari all’attuale accordo, mentre i più accaniti sostenitori del “remain” si sarebbero opposti per un’altra ragione: la speranza di un secondo referendum riparatore. I Labour d’altro canto hanno ribadito con fermezza la propria contrarietà, con l’obiettivo di arrivare a nuove elezioni generali.

Gli attuali accordi con l’Unione Europea in fatto di scambi di merci e in generale pertinenti l’ambito economico e il libero movimento, permettono una indispensabile rapidità del transito di merci in entrata e uscita dal Regno Unito, sulla base degli accordi che sono stati stipulati originariamente dagli stati membri dell’Unione.

Nel caso di un no deal, invece, Londra dovrà creare da zero un proprio regolamento e sottoporlo alle autorità europee, con tutta la perdita di tempo e il caos che si verrebbe a creare nel frattempo.

Proprio per questo, presso il porto di Dover, si sono già svolte alcune esercitazioni – test che hanno coinvolto un centinaio di tir: la simulazione ha verificato quanto potrebbe reggere la frontiera nel caso di un “no deal”. Le strade della contea del Kent, in questo scenario, sarebbero eventualmente intasate dalla lunga fila di mezzi pesanti fermi a causa dei controlli non più snelliti dagli accordi con l’Europa.

Solo un primo segnale di quello che vorrebbe dire l’uscita dall’Europa senza un accordo ben definito con Bruxelles.