Brexit: nessun rischio per gli italiani, non saranno espulsi

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AEMORGAN

Buone notizie, finalmente, per tutti gli italiani che vivono a Londra e che da tanti mesi non sanno quale sarà il loro futuro. Lo spauracchio ovviamente è quello della Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Europa che, grazie alla vittoria di Boris Johnson alle elezioni, ha ormai carattere ufficiale dal 31 gennaio.

Negli ultimi tempi avevano fatto molto discutere le parole del viceministro all’Interno Brandon Lewis, che in una recente intervista aveva ipotizzato l’espulsione di tutti i cittadini europei che ancora non avessero presentato i documenti per ottenere il tanto chiacchierato settled status (la scadenza è fissata a giugno 2021).

Brexit: basta poco per ottenere il settled status

Il politico è però stato avvistato all’ambasciata italiana a Londra, dove ha rassicurato i nostri compatrioti: “Non abbiamo intenzione di cacciare nessuno“. Lewis ha spiegato di essere stato frainteso: le sue sarebbero state parole un po’ dure pronunciato allo scopo di “esortare italiani ed europei a iscriversi al programma, per il quale bastano solo circa 10 o 15 minuti“.

Il viceministro ha confermato che non si prevedono misure draconiane, ma anzi il governo britannico ha intenzione di muoversi con la necessarie flessibilità nei confronti dei cittadini europei che non sono ancora riusciti a iscriversi.

Ci sono 1500 membri del personale al ministero che lavorano sodo per aiutare le persone a iscriversi, nonché una linea telefonica aperta sette giorni su sette. Fanno un grande lavoro e si prendono molto tempo per seguire passo dopo passo le richieste che arrivano“, ha precisato Lewis, aggiungendo con una punta di orgoglio che “è molto più di quanto le altre nazioni europee abbiano fatto per i britannici all’estero“.

Al momento risultano registrati al Settlement Scheme circa 2,8 milioni di cittadini europei: tra questi ci sono circa 280mila dei quasi 350mila italiani che vivono in Gran Bretagna, regolarmente iscritti all’Aire.

Brexit: manca una legge per difendere i cittadini europei

C’è anche però chi lamenta l’assenza di una legge ad hoc a protezione dei cittadini europei, come ha osservato il deputato Alberto Costa, scozzese di origini siciliane. Altre polemiche riguardano il manco rilascio di documenti fisici alla fine della procedura di iscrizione, ma Lewis ammette che ormai il sistema è del tutto digitalizzato, e facilmente consultabile da remoto.

Dal canto suo l’ambasciatore Raffaele Trombetta ha chiesto che ci siano rassicurazioni ufficiali per il post-Brexit, ricordando che il cambiamento effettivo sarà grande: si passerà dalla completa libertà di movimento a un regime di immigrazione, per quanto tollerante e permissivo.