I Labour presentano un emendamento per un secondo referendum sulla Brexit

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AEMORGAN

Il Partito Laburista, il 21 gennaio 2019, ha presentato un emendamento alla Camera dei Comuni per fare votare i suoi membri sull’ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit. È la prima volta che i Labour formalizzano la richiesta di un nuovo voto popolare: questo perché il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, ha sempre visto il ricorso a un secondo referendum come un’extrema ratio, preferendo trovare un modo per andare a elezioni anticipate e diventare nuovo Primo Ministro.

Tuttavia, il governo di Theresa May si trova nel caos e con mancanza di vere alternative dopo la bocciatura dell’accordo negoziato con l’UE sull’uscita del Regno Unito dall’Unione; di conseguenza, la pressione dei Labour più europeisti si fa sentire e da qui deriva la decisione di Corbyn di presentare l’emendamento.

Questo, però, non significa che ci sarà automaticamente un secondo referendum. I motivi sono diversi. Innanzitutto, l’emendamento chiede al Parlamento di considerare o il piano alternativo proposto dai Labour per la Brexit (il Regno Unito dovrebbe continuare a fare parte dell’unione doganale e avere stretti legami con il mercato unico europeo) oppure l’ipotesi di un secondo voto. Questo pur di scongiurare l’ipotesi no-deal, ossia l’uscita dall’Unione Europea senza accordo.

Inoltre, anche se la Camera approvasse il voto popolare, il referendum non sarebbe ampio come il primo (la cui domanda era: “Vuoi rimanere nell’UE o no?”), ma i cittadini sarebbero chiamati a esprimere la loro su un accordo ben preciso, documento che al momento non esiste. Infine, anche nel caso si arrivasse a un accordo e al voto favorevole della Camera sul secondo voto, la dirigenza del partito laburista si riserva comunque la possibilità di non indire il nuovo referendum, basandosi sulle condizioni politiche del momento.