Coronavirus a Londra: c’è una farmacia che vieta l’ingresso a chi viene dall’ Italia

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AEMORGAN

L’allarme Coronavirus diventa di giorno in giorno sempre più pressante anche nel Regno Unito, Paese che finora non ha ancora affrontato l’esplosione epidemica che ha messo in ginocchio l’Italia, costretta a un regime di quarantena.

E le prime avvisaglie di un certo nervosismo si sono già avvertite negli ultimi tempi: a Londra ci sono state almeno due aggressioni razziste ai danni di cittadini di origini asiatiche e una scuola ha invece fatto oggetto di discriminazioni gli alunni italiani.

Sono proprio i nostri connazionali gli osservati speciali di questi ultimi tempi, a ragion veduta e anche un po’ per partito preso. L’ultima notizia di questo tipo vede protagonista una farmacia di Great Portland Street che ha esposto un cartello in cui la Penisola, invero insieme ad altre nazioni, viene indicata come potenzialmente pericolosa e a rischio di contagio da Coronavirus.

All’ingresso del locale si legge infatti un messaggio vergato su un cartello: “Non entrate se siete stati in Italia negli ultimi 14 giorni“. Seguono una serie di indicazioni che riguardano due distinte tipologie di persone (e invero includono anche molti altri Paesi).

Coronavirus a Londra: chi non può entrare nella farmacia di Great Portland Street?

A tutti coloro che provengono dalla Lombardia e dalle zone che vengono segnate come arancioni (italiani, ma anche persone che sono transitate per questi territori, incluso lo stesso personale), viene infatti precluso totalmente l’ingresso.

Al secondo gruppo, invece, viene invece cortesemente richiesto di astenersi dall’entrare nella farmacia nel caso in cui siano stati riscontrati sintomi quali tosse, febbre e difficoltà di tipo respiratorio.

Ovviamente il personale della farmacia, di proprietà del gruppo Healthxchange (che possiede una catena di questo tipo), è disponibile ad aiutare i clienti telefonicamente, ma per evitare la diffusione del contagio è necessario dare priorità alla salute degli altri clienti presenti nel locale e allo stesso staff.

L’appello si rivolge a tutte le persone che nelle ultime due settimane sono state nei territori considerati a rischio (o che hanno abbiano familiari o partner che lo sono stati): nel gruppo 1 sono quindi comprese le aree della Lombardia e delle zone rosse italiane, la Corea del Sud e la provincia dell’Hubei in Cina; il gruppo 2 comprende il resto dell’Italia e della Cina e tutta una serie di Paesi asiatici, nella fattispecie Vietnam, Cambogia, Laos, Myanmar, Cina, Thailandia, Giappone, Hong Kong, Taiwan, Singapore, Malaysia e Macao.

L’invito è sempre lo stesso: chiamare il numero di emergenza 111 per mettersi in contatto con le autorità britanniche e il personale predisposto ad affrontare l’emergenza sanitaria.

Si tratta di misure di sicurezza senza dubbio necessarie, ma rimane un senso di inquietudine considerando la quarantena anche preventiva cui vengono sottoposti i nostri connazionali all’estero, con le sensazioni di solitudine e spaesamento a essa connesse.