Morto un italiano a Londra probabilmente per Covid-19: era stato rimandato a casa dopo la visita in ospedale

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AEMORGAN

Purtroppo sale il conteggio degli italiani residenti a Londra morti a causa del Coronavirus. Dopo il tragico caso del giovane chef abruzzese Luca Di Nicola ecco che la cronaca nera porta all’attenzione quello di Lucio Truono.

Originario di Giffoni Villepiana, in provincia di Salerno, l’uomo di 43 anni si era trasferito nella capitale britannica dopo essersi separato dalla moglie. Orafo di grande esperienza con una grande passione per la musica, Lucio aveva trovato lavoro presso una grande azienda londinese e risiedeva nel quartiere di Hatton Garden. Il decesso è con ogni probabilità da attribuirsi al decorso del COVID-19.

Truono, infatti, aveva segnalato alle autorità mediche di manifestare uno stato febbrile di una forte intensità. Stando al racconto degli amici, dopo essersi recato in ospedale per un consulto sarebbe stato sottoposto a una visita per poi essere rimandato a casa. Qui le condizioni di salute hanno subito un veloce peggioramento, fino alla morte.

A rinvenire il corpo senza vita dell’uomo una sua amica, che si era recata a casa sua dopo la mancata risposta a varie telefonate. Al caso di Truono è stata data grande rilevanza grazie all’interessamento di Claudio Gubitosi, il direttore del Giffoni Film Festival, con cui Lucio aveva collaborato varie volte. Chiedendo l’intervento del ministro degli Esteri Luigi di Maio, Gubitosi ha affermato di ritenere che “i sanitari inglesi abbiano commesso un crimine”.

L’intervento di Di Maio potrebbe acuire alcune divergenze di opinione tra la sanità italiana e quella britannica. Il ministro, infatti, aveva già avuto modo di studiare il caso di Di Nicola, il ragazzo morto a causa di Coronavirus a Londra più di tre settimane fa. Discutendo quanto avvenuto il ministro in quota 5 Stelle ha affermato che “se Luca fosse stato in Italia si sarebbe salvato perché l’avremmo curato meglio. […] Mi hanno riferito che Luca in Inghilterra sia stato curato a casa con il paracetamolo, a distanza”.

Bisogna però ricordare che anche molta cronaca italiana sta portando alla luce casi in cui persone affette o potenzialmente affette da Coronavirus hanno avuto una diagnosi telefonica, senza possibilità di ricovero, con cure casalinghe affidate alla disponibilità del singolo paziente.

In ogni caso l’ufficio della Farnesina ha affermato di essere in contatto con il Consolato italiano londinese, che si sta occupando della vicenda mettendosi a disposizione della famiglia di Truono.

Gli ultimi dati ufficiali riferiti dal governo britannico parlano di circa 370mila test effettuati con oltre 120mila risultati positivi, quasi un terzo. Il numero delle vittime del virus ammonta al momento a circa 16mila.