Effetto Coronavirus: l’inquinamento a Londra “cala drasticamente”

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AEMORGAN

La coltre di smog che caratterizzava lo skyline di Londra si è dissolta, i cieli sono più tersi, i tramonti più pittoreschi; di notte, narrano la cronache, si vedono più stelle in cielo e chi soffre d’asma ora respira meglio. È uno degli effetti collaterali dell’auto-isolamento per contenere l’epidemia di Coronavirus.

Ora che il lockdown della città è estensivamente in essere, è accaduto qualcosa che nessuno avrebbe potuto neppure immaginare fino a qualche mese fa. I livelli di particolato, monossido di carbonio, diossido di azoto e di zolfo sono precipitati a livelli talmente bassi che i sensori d’inquinamento continuano a notificare possibili errori di sistema. Come dire: la situazione è talmente buona, che neppure i computer ci credono.

Il tutto è il risultato involontario delle restrizioni sui movimenti delle persone. Risultato; secondo il London Air Quality Network era da almeno 20 anni non che si respirava un’aria così pulita.

Ciò tuttavia non deve trarre in inganno, poiché la tossicità resta ancora un problema. Lo spiega Simon Birkett di Clean Air for London:

“Su Brompton Road i livelli medi sono ora al di sotto dei limiti legali stabiliti dall’OMS, pari alla metà di quello che registravamo 10 anni fa. Ma per arrivarci, ci sono volute queste gigantesche restrizioni eccezionali.”

Questa parentesi speciale, tuttavia, può consentire agli scienziati di comprendere meglio i meccanismi dell’inquinamento odierno e fornire così suggerimenti migliori alla politica.

“Ci è stato dato un esperimento naturale che mai e poi mai ci saremmo aspettati” ha chiosato il Professor Benjamin Barratt del King’s College London. “E ciò ha consentito di abbassare drasticamente i livelli delle emissioni legate ai trasporti.”

Questa tregua ecologica darà il tempo necessario per studiare lo stato di salute dell’atmosfera e capire come correggere in modo più efficace il tiro per il futuro.

“Siamo stati costretti ad introdurre enormi cambiamenti comportamentali a causa della situazione in cui ci troviamo. Ci troviamo a doverci adattare e a comportarci in modo leggermente diverso, in particolare in relazione al fatto che lavoriamo molto di più da remoto.

Ciò dovrebbe farci comprendere che portare l’auto a lavoro non è una necessità, e che non dobbiamo andare in ufficio ogni singolo giorno. Penso che sarebbe uno dei pro che verranno fuori da questa situazione: dobbiamo ripensare il modo in cui facciamo le cose.”