Cos’è il movimento Extinction Rebellion e cosa stanno chiedono con le manifestazioni di Londra

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AEMORGAN

Negli ultimi anni il mondo intero ha visto una nuova insorgenza di movimenti ecologisti, in corrispondenza delle varie conferenze internazionali che hanno più o meno sempre disatteso le aspettative degli esperti, o di studi che in modo progressivamente più allarmante hanno affermato che per arrestare il cambiamento climatico sono necessarie misure stringenti e dirette.

Ciò che forse mancava a questi movimenti era un leader, un volto carismatico cui fare riferimento e da presentare ai media per risultare credibili. È questo il caso di Greta Thunberg, l’attivista svedese di soli 16 anni che in poco tempo è riuscita a calamitare l’attenzione globale su temi come lo sviluppo sostenibile e l’innalzamento delle temperature, attraverso una serie di scioperi studenteschi che hanno attecchito anche nel resto dell’Europa.

Anteriore alla notorietà della piccola Greta, nel Regno Unito si è distinto Extinction Rebellion (spesso abbreviato in XR), un movimento socio-politico che ha usato spesso azioni di resistenza non violenta per gli stessi scopi, con il fine – già implicito nel nome – di ribellarsi alla perdita di biodiversità e minimizzare il rischio dell’estinzione umana e del collasso ecologico (simbolizzato anche dal logo, una clessidra all’interno di un cerchio).

Nato nel maggio del 2018, a partire da un manifesto firmato da un centinaio di accademici, già a novembre dell’anno scorso si è fatto notare per alcuni gesti dimostrativi organizzati a Londra. Ispirandosi ad altri movimenti e personaggi come Occupy, la rivolta di Gandhi, le suffragette e Martin Luther King, Extinction Rebellion si è guadagnato un posto di rilievo tra le tante organizzazioni simili che si sono succedute nel tempo.

Tra i gesti più eclatanti quello del 9 marzo 2019, quando la manifestazione “Blood of Our Children” si è risolta davanti a Downing Street con il lancio di secchiate di finto sangue per rappresentare il futuro in pericolo delle nuove generazioni. All’inizio di aprile invece alcuni dimostranti si sono spogliati e incollati davanti alla Camera dei comuni, con un paio di protestanti vestiti da elefanti per alludere all’idiomatico elefante della stanza, ovvero il problema ecologico che nessuno vuole affrontare.

Nello specifico le richieste del gruppo alla politica britannica sono tre: la dichiarazione ufficiale del cambiamento climatico come un’emergenza nazionale, l’azione reale per contrastare la crescente perdita di biodiversità, e infine misure per arrivare a ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2025. Il tutto dovrebbe poi essere oggetto di controllo da parte di un’assemblea di cittadini per monitorare i progressi.

È allora dalla metà di aprile che Extinct Rebellion ha organizzato una serie di azioni congiunte in tutta Londra che hanno coinvolto quattro punti focali del centro della città come Oxford Circus, Piccadilly Circus, il Marble Arch, il Waterloo Bridge e la piazza del Parlamento.

Attualmente la polizia ha dichiarato che sono stati più di 1000 gli arresti effettuati in questi giorni: le proteste stanno infatti continuando, e si calcola che siano state quasi 500mila le persone interessate dai grandi assembramenti che hanno completamente mandato in tilt il traffico e la normale prosecuzione delle attività della città.

Gli organizzatori pensano di portare avanti la protesta per altre due settimane, a pochi giorni fa il sindaco Sadiq Khan ha chiesto di fermare le dimostrazioni, pur affermando di sentirsi vicino alle ragioni ambientaliste di Extinction Rebellion, in quanto le proteste avrebbero causato seri disagi alla cittadinanza e alla polizia.

Altre azioni hanno infatti preso di mira il quartier generale della Shell, un treno nella stazione di Canary Wharf, nonché altri vagoni in altre parti della metropoli. Inoltre, è stato bloccato l’accesso a un’autostrada e sono stati creati blocchi stradali di breve durata sul Vauxhall Bridge.

Nel frattempo Greta ha incontrato il leader dell’opposizione Labour Jeremy Corbyn e la leader del Green Party Caroline Lucas, mentre il giorno di Pasqua è avvenuto l’incontro diretto con i manifestanti di Extinction Rebellion: le sue parole, definite commoventi e decisive, potrebbero saldare i due movimenti e dare vita a nuove proteste ancora più lunghe – chissà – persino efficaci per quanto riguarda l’ascolto delle rivendicazioni ecologiche.