Costo dei tamponi e test obbligatori: viaggiare verso Londra è ancora molto difficile (e costoso)

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AEMORGAN

La Gran Bretagna continua senza sosta la sua campagna di vaccinazione (sono stati somministrati già oltre 50 milioni di vaccini), i cui effetti positivi sono oggi sotto gli occhi di tutti. Il numero dei decessi causati dal COVID 19 è ormai ai minimi storici, e a quasi un mese dalla prima apertura, avvenuta il 12 aprile, dopo un lockdown lungo più di 3 mesi, il mancato incremento dei nuovi contagi conferma che la strada della vaccinazione di massa è l’unica in grado di portare il mondo intero fuori da questo incubo. Ovviamente, anche qui in UK, il timore maggiore è legato all’arrivo di possibili varianti del virus, in grado di vanificare gli effetti positivi del vaccino. Un timore che giustifica la generalizzata ritrosia verso un alleggerimento delle restrizioni per chi viaggia, e per coloro che vogliono varcare i confini britannici.

In tal senso, cresce l’attesa per le nuove misure che, si spera, possano essere varate in occasione del nuovo alleggerimento delle restrizioni previsto per il 17 maggio. Allo stato attuale, ai viaggiatori in ingresso in UK viene chiesto il risultato negativo di un test effettuato nei 3 giorni precedenti alla partenza (in lingua inglese). Serve poi compilare un formulario online nei 2 giorni precedenti la partenza. Occorre inoltre osservare un isolamento di 10 giorni. Serve quindi effettuare 2 test in occasione del 2° e dell’8° giorno di autoisolamento nel Paese. I 2 test devono essere prenotati e pagati prima dell’ingresso nel Paese. È, inoltre, possibile ridurre la quarantena a 5 giorni con l’opzione test-to-release con test a pagamento il 5° giorno di isolamento.

Si tratta di un iter particolarmente severo (e costoso) che è in vigore già da alcuni mesi, e che è finalizzato proprio a monitorare e scongiurare la propagazione di eventuali varianti del virus (al momento quella che spaventa di più è quella indiana) sul territorio britannico. Fra le peculiarità delle misure adottate dalla Gran Bretagna rispetto agli altri Paesi europei, vi è proprio l’obbligo di prenotare un kit per effettuare il test del tampone al secondo e ottavo giorno dopo l’arrivo. Per quanto riguarda tale prenotazione, mentre all’inizio le opzioni riservate ai viaggiatori erano pochissime e avevano tutte un costo bloccato di £210, nel corso delle ultime settimane il ministero dei Trasporti si è impegnato ad incrementare l’offerta, e di conseguenza a diversificare i prezzi: si è arrivati ad oltre 200 fornitori che si distinguono per un range molto ampio di tariffe e servizi.

Fra le varie opzioni di acquisto, quella più a buon mercato si chiama, non a caso, “Testing for all”, e costa £99; il più costoso è invece è quello del London Medical Concierge, venduto a £549. In mezzo vi sono quasi 200 altre offerte di test, la cui media si aggira intorno alle £215.

La vera natura di questa differenza di costi tanto marcata non è ben chiara e a chiarirla non aiuta nemmeno la consultazione dei siti web di coloro che offrono tale servizio. Ciò che è certo è che, ad accomunare tutte le offerte, è la ricezione a domicilio del kit, con il diritto a rispedirlo attraverso un corriere, al fine di ottenere il risultato del tampone in un tempo non superiore a 24 ore. Insomma, le differenze di costo fra le tante opzioni offerte non hanno una motivazione ben precisata.

Ciò che è, invece, molto chiaro è che viaggiare da o verso il Regno Unito è, al momento, decisamente costoso (ai test da prenotare e da fare dopo 2 e 8 giorni dall’arrivo in UK, vanno aggiunti anche i costi del test in entrata verso un altro Paese e in uscita, necessari per viaggiare), e che per tale motivo gli aeroporti sono ancora decisamente vuoti. Le speranze dei britannici (e non solo), sono tutte rivolte a quanto accadrà il 17 maggio. L’auspicio generale è che le restrizioni vengano alleggerite, anche per poter permettere ai cittadini del Regno Unito, come promesso più volte dal Premier Johnson, di prenotare le proprie vacanze estive.