Ma i britannici sono davvero soddisfatti del proprio lavoro? Ecco l’indagine che vi sorprenderà!

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AEMORGAN

Milioni e milioni di persone negli anni hanno varcato le porte della Gran Bretagna in cerca di fortuna e di quel famigerato lavoro dei propri sogni e invece…
E invece, udite udite, pare che i primi a non essere felici della propria posizione lavorativa siano gli stessi britannici.


Uno studio di F&C Investment Trust ha chiesto a un campione di cittadini britannici di valutare il proprio impiego attuale. Il risultato è quanto meno sorprendete, soprattutto per chi in queste terra ci si è trasferito proprio per inseguire il sogno del lavoro della vita.

Nove persone su dieci, infatti, hanno dichiarato di non essere per nulla soddisfatte al rintocco della insopportabile sveglia. E due terzi, addirittura, pensano che non lo saranno mai. Insomma un risultato che stride decisamente con quella che è la comune percezione della Gran Bretagna da parte dei non britannici.


Analizzando i dettagli dell’indagine si scopre che i millenials sarebbero i più ottimisti: e già, si potrebbe controbattere, facile esserlo a 18 anni. In ogni caso l’ottimismo è vezzo giovanile: infatti il 64% dei giovani tra i 18 e i 35 anni pensa che nel giro di cinque o sei anni riuscirà a ricoprire un ruolo adeguato alle proprie aspettative.

Per quanto riguarda, invece, le cause di scontento principali, facile intuire che al primo posto c’è sempre il “vil denaro”: per la maggior parte degli intervistati, infatti, il problema principale è rappresentato dalla paga troppo bassa. Seguono a ruota ambiente stressante e un cattivo equilibrio tra vita privata e lavorativa.

Le conseguenze? Ansia, stress e malesseri vari, sono i mali che accomunano la quasi totalità di queste povere anime erranti. E a nulla servono in questo senso i manuali di self-help, spesso saccheggiati dagli scaffali delle librerie e che insegnano che tutto è possibile, a patto di volerlo. Niente da fare, lo sconforto è incurabile e sembra impossibile gettarselo alle spalle come le pagine di un libro.

Pare, in realtà, che il problema vero e proprio non sia rappresentato dalla impossibilità di trovare un lavoro più soddisfacente, ma più che altro dalla paura/impossibilità di superare la fase di transizione. Infatti, sembra che per cambiare lavoro serva un tesoretto stimato in circa tremila sterline.

Certo, stiamo parlando di spiccioli per chi gode di redditi alti. Tuttavia, per chi, tra affitti, bollette, abbonamenti dei mezzi pubblici, fa fatica ad arrivare a fine mese, non si tratta di una cifra che si rimedia facilmente dalla sera alla mattina. Infatti solo il 14% degli intervistati ammette di avere abbastanza risparmi per gestire la transizione, mentre un quinto (circa il 20%) arriva a fine mese con il conto a secco.

Ma le risposte più sorprendenti arrivano alla madre di tutte le domande in tema di lavoro: qual è il lavoro che i britannici sognano di fare?
Un quesito che, se posto agli italiani, molto probabilmente andrebbe a confermare quella visione caricaturale dell’italiano medio descritta in un recente film, con l’ironia che solo Checco Zalone possiede. Alla domanda della maestra , “E tu Checco che vuoi fare da grande?”, arriva la risposta secca di uno Zalone, che, già da bambino, sogna una sola cosa: “Il posto fisso”.

Ma questa è la Gran Bretagna e la lista dei desideri, in questo senso, è molto più fantasiosa e originale. In cima c’è infatti lo scrittore, professione dal fascino antico e intramontabile; al secondo posto c’è l’imprenditore, rigorosamente di successo, ovviamente. La terza piazza è ricoperta dall’agente immobiliare. E come dargli torto visti i prezzi da capogiro degli immobili a Londra.

Subito fuori dal podio è ancora una volta l’arte a farla da padrona: attori e autori ricoprono rispettivamente quarto e quinto posto di questa classifica. Al sesto, si parla genericamente di uomini d’affari.

Altro settore importante in Gran Bretagna è l’hospitality, che si prende la settima piazza, con il sogno di aprire un b&b o un ristorante; seguono le professioni mediche e quelle legate ad ambiente ed ecologia. A chiudere questa speciale classifica, in decima posizione, troviamo la finanza. Insomma, un elenco che si potrebbe dividere in due grandi categorie: da una parte arte e cultura; dall’altra soldi e potere.

Venendo ai fortunati che ce l’hanno fatta, l’indagine evidenzia che, chi ha trovato il lavoro dei sogni, spesso lo ha incontrato intorno ai 33 anni. Avviso agli ultratrentenni che, scoraggiati, vorrebbero abbandonare la lettura: non lo fate! Infatti la buona notizia è che, a detta degli intervistati, sembra che la soddisfazione aumenti con l’età: i 55enni, in tal senso, sembrano essere quelli mediamente più sereni e soddisfatti. O magari solo un po’ più rassegnati!