Operazione London Bridge: cosa succederà quando morirà la regina Elisabetta II?

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AEMORGAN

Morte della Regina Elisabetta: annuncio e preparativi per il funerale

London Bridge is down“: è con questa frase che verrà annunciato al Primo Ministro del Regno Unito e ad alcuni rappresentanti dell’apparato statale la morte della Regina Elisabetta II. Era infatti ormai nota da tempo l’esistenza di tutto un protocollo per il luttuoso evento, ma solo oggi si conoscono a fondo i dettagli grazie al giornale Politico, venuto in possesso di documenti segreti.

Nata Elizabeth Alexandra Mary, l’amatissima regnante dai completi coloro pastello, non è certo una giovinetta, quindi i funzionari si preparano da tempo alla triste dipartita. Per quanto il suo stato di salute sia in realtà più che buono e le sue uscite siano sempre tra i momenti più apprezzati dai sudditi britannici, l’operazione London Bridge, nome in codice del protocollo, è stato messo a punto sin dagli anni Sessanta.

Un dettaglio che testimonia del fatto che si tratta più di una questione burocratica che di preparativi per l’imminente dipartita. I precedenti funerali dei regnanti, infatti, vennero organizzati senza precise disposizioni, finendo per cedere all’improvvisazione e alle emozioni del momento, almeno fino a quello della Regina Vittoria nel 1901.

Si tratta a tutti gli effetti di un piano immenso, che coinvolge tanto il Governo quanto le forze armate, per non parlare dei media, della Chiesa d’Inghilterra, della polizia locale di Londra e dei Parchi Reali. Il tutto passerà inizialmente per le mani del segretario personale di Elisabetta, il quale per l’appunto contatterà il Primo Ministro, il quale poi avvierà una catena che legherà il segretario di gabinetto, i ministri e i funzionari più anziani del governo. Toccherà poi ai burocrati degli Esteri dare la notizia agli stati che fanno parte del Commonwealth, formalmente ancora governati dalla Regina.

protocollo morte regina elisabetta II

Morte della Regina Elisabetta II: il programma dei 10 giorni fino alla cerimonia funebre

Dal giorno della morte di Elisabetta ne seguiranno altri 10 prima che possa avvenire il funerale e la sepoltura. Queste giornate verranno denominate con una sigla: D (giorno della scomparsa) + 1, 2, 3 e così via. In questo periodo sarà protagonista il principe Carlo – nell’eventualità più che probabile sia ancora vivo – il quale girerà per tutta la Gran Bretagna in una serie di appuntamenti che avranno come scopo quello di dare consolazione ai sudditi.

Segnali formali del lutto saranno le bandiere abbassate a mezz’asta di Whitehall entro 10 minuti dalla morte e, adeguandosi ai tempi, l’oscuramento totale del sito web dei Reali britannici: i naviganti vedranno infatti solo una pagina nera, mentre tutte le pagine del governo esibiranno un banner nero che rimanderà a un essenziale comunicato ufficiale.

Anche gli media statali si allineeranno a questo stato di cose: un annuncio dell’Associazione della Stampa Inglese verrà ripreso dalla radio, che dovrà mandare musica già decisa in anticipo per preparare il pubblico alla notizia. I canali televisivi della BBC, invece, si sintonizzeranno subito sulla programmazione di BBC News, che seguirà l’evolversi della situazione.

All’annuncio ufficiale dell’evento, effettuato dal Primo Ministro, tutto il Paese osserverà un primo minuto di silenzio assoluto. Seguirà una conferenza stampa e la prima udienza del leader politico con il nuovo Re. Alle 6 del pomeriggio Carlo produrrà un messaggio alla nazione a reti unificate.

Il giorno successivo alla morte, il D+1  alle 10 del mattino al St James Palace verrà proclamato ufficialmente il nuovo Re. Ovviamente l’inno nazionale verrà modificato in “God Save the King” e sulla sterlina l’effige rappresentata sarà quella del nuovo Re.

Allo scoccare del D+2 il Primo Ministro e il suo gabinetto accoglieranno la bara alla stazione di St Pancras; il feretro verrà portato a Buckingham Palace, con differenti protocolli nel caso in cui la scomparsa avvenga in una delle due dimore di Norfolk o Balmoral, usando un treno reale oppure un volo d’emergenza.

Il terzo giorno Carlo riceverà la mozione di condoglianze a Westminster Hall. Poi, partirà per un viaggio lungo il Regno Unito. Prima, una visita al parlamento scozzese e un servizio alla Cattedrale di St. Giles, a Edimburgo. Al quarto giorno l’Irlanda del Nord, il castello di Hillsborough, e una funzione nella cattedrale di St. Anne a Belfast. Infine, il quinto giorno dalla morte di Elisabetta II, l’Operazione Lion: la processione della bara da Buckingham Palace al Palazzo di Westminster, dove Sua Maestà resterà per tre giorni. Seguirà una funzione a Westminster Hall. Durante questo lasso di tempo i sudditi potranno portare un ultimo saluto alla monarca per 23 ore al giorno, con accessi speciali per i Vip.

Dal sesto al nono giorno saranno decisivi gli imponenti preparativi per i funerali, con diverse prove per assicurarsi che fili tutto liscio. Il governo confida di avere tutti i mezzi a disposizione per gestire l’operazione soprattutto dal punto di vista della sicurezza: Londra infatti potrebbe davvero riempirsi totalmente per la prima volta nella sua storia. Moltissimi i capi di stato e i politici che arriveranno da ogni parte del mondo, così come enorme sarà la folla di turisti che si riverserà nella capitale, spinti da una certa morbosa curiosità.

Il D+10, il giorno della cerimonia funebre vera e propria, questa avverrà inderogabilmente presso l’Abbazia di Westminster, con una lunga processione che partirà da Londra e arriverà a Windsor. Due i minuti di silenzio che scandiranno questo evento terribile attraverso tutto il territorio britannico. La salma verrà dunque sepolta presso il Castello di Windsor, dove esiste già una tomba nella Cappella di San Giorgio