Gran Bretagna tossica: 2000 luoghi superano i limiti di concentrazione di diossido d’azoto nell’aria

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AEMORGAN

L’anno scorso erano state Chelsea e Kensington, nel 2018 invece è la confinante Earl’s Court la zona di Londra ad aggiudicarsi il triste primato dell’inquinamento cittadino.

Tuttavia la registrazione dei livelli di diossido d’azoto negli ultimi anni effettuata dall’associazione Friends of Earth ha “incoronato” la stazione di monitoraggio vicino all’Ikea di Brent come la peggiore in assoluto, con un record di 129,5 microgrammi per centimetro cubo: una cifra che supera ampiamente i 40 microgrammi stabiliti dal governo quale livello massimo per una qualità dell’aria che sia quantomeno accettabile.

La mappa creata in base alle condizioni dei siti registrati e al confronto dei dati raccolti, racconta di molte aree a rischio in Gran Bretagna. In tutto 2000 differenti location sparse tra in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord presentano livelli di inquinamento dell’aria che superano i limiti di sicurezza.

La concentrazione di diossido d’azoto nell’aria nei pressi della Neville Street a Leeds, per esempio, è di poco inferiore ai 100 microgrammi; una simile situazione si registra anche a Hickleton, Doncaster, e in altri quartieri di Brighton, Sheffield e Coventry.

Il report stilato a termine delle indagini ha prodotto quindi ulteriori prove sull’inquinamento diffuso nel Paese, come se gli stessi britannici ne avessero bisogno. A causare lo stato d’emergenza sono soprattutto le emissioni provocato dal traffico automobilistico e le misure insufficienti prese dal governo in merito ai limiti da imporre alle aziende maggiormente coinvolte.

Simon Bowens di Friends of Earth, ha dichiarato: “E’ imperdonabile che in tutto il Regno Unito ci siano 2000 siti in cui vengono superati i limiti imposti” chiedendo al governo britannicp di attuare misure ancora più restrittive, nonché un maggior coordinamento con le autorità locali, spesso prive delle risorse necessarie per prendere provvedimenti significativi.

La cartina stilata dall’associazione ha inoltre mostrato che il problema non concerne soltanto le grandi città, ma si è recentemente esteso anche alle cittadine e ai borghi, diversamente da quanto accadeva in passato.

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A Londra, come abbiamo già raccontato, qualcosa si sta già muovendo. Il sindaco Sadiq Khan ha lanciato un allarme riguardante non solo la sua città, ma anche tutto il Paese: la cappa di smog si è fatta particolarmente pressante dopo un febbraio inspiegabilmente caldo, così come era accaduto a luglio, al termine dell’ondata di caldo da record che tutti ricordano con terrore.

Nel centro della capitale entrerà in vigore ad aprile la prima “ultra-low emission zone” con la quale gli esperti che stanno dietro la zona a traffico limitato prevedono di tagliare del 45% le emissioni.

Non si tratta solo di un problema ecologico in senso stretto, in quanto sono già state ampiamente dimostrate serie ripercussioni sulla salute dei cittadini: l’inquinamento atmosferico produce infatti nei bambini e nei ragazzi ancora in fase di sviluppo un’insufficiente capacità polmonare, nonché gravi sintomi di rachitismo.