I bambini ci salveranno: scenari e conseguenze della riapertura delle scuole in Uk dal 1° Giugno

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AEMORGAN

Dal 1° Giugno riapriranno le scuole in Uk mentre sindacati insegnanti e genitori: “Non abbiamo certezze” c

A partire dalla chiusura delle scuole in UK, sono circa 231mila i bambini che hanno continuato a frequentare in classe le lezioni nel Regno Unito. Un numero esiguo se si pensa che rappresentano solo il 2,4% degli alunni in Gran Bretagna.

Ma dal 1°Giugno le cose cambieranno.

BoJo, infatti, ha confermato ieri sera, durante il brifing alla Nazione dal n° 10 di Downing Street, che da i primi giorni del mese prossimo i bambini torneranno a frequentare le scuole pubbliche, sebbene a scaglioni.

Il piano

Il Dipartimento per l’Educazione ha pubblicato una guida per le scuole in cui spiega le modalità di rientro nelle classi.

L’ idea è quella di seguire il metodo usato in Danimarca, secondo il quale si avrebbero classi non superiori ai 15 alunni con un solo insegnante e ogni classe rigorosamente separata dalle altre.

Anche le pause avranno dei sostanziali cambiamenti: i break saranno scaglionati, così come gli orari di ingresso e di uscita dagli istituti. Sarà rafforzata la pulizia e saranno ridotti gli oggetti di uso comune (libri, pc, giochi), inoltre sarà sconsigliato portare a casa oggetti provenienti da scuola.

Ma le rassicurazioni da parte del Governo non sembrano soddisfare la maggior parte dei genitori e del corpo docente.

In circa 40mila, tra insegnanti, addetti alle pulizie, tecnici di laboratorio e impiegati, avrebbero affermato che il Governo non ha strutturato in maniera sufficientemente sicura la riapertura delle scuole, mettendo al primo posto, non la sicurezza dei bambini e del personale, ma la fretta di riaprire.

Questa scelta si baserebbe sui dati forniti da uno studio governativo e resi pubblici dalla BBC che riguarda l’incidenza di mortalità da Covid19 sulle fasce di età più giovani che si aggirerebbe intorno al 5%.

Nel Regno Unito, infatti, solo 3 bambini al di sotto dei 15 anni sono deceduti per cause correlate al Coronavirus.

Ma le problematiche riguardo la riapertura delle scuole nel Regno sono comunque molteplici.

Da un lato, molti dei consigli di istituto, in linea con i sindacati di settore, si sono detti impossibilitati a realizzare praticamente la messa in sicurezza degli istituti, almeno in tempi così brevi, proponendo uno slittamento della data di apertura del 1° Giugno.

Dall’altro lato, ci sono in campo anche i genitori che non si sentono rassicurati dal Governo, reo di non aver escluso il contagio tra i bambini. In effetti, anche se il tasso di mortalità tra gli under 15 è solo del 5%, preoccupa il fatto che i bambini possano essere portatori e diffusori del virus.

Molte delle preoccupazioni dei genitori riguardano la serenità della vita quotidiana: l’incertezza del contagio, ogni qualvolta i loro figli tornano da scuola, creerebbe disagi e preoccupazioni che si ripercuoterebbero sulla vita familiare. Bisogna considerare, inoltre, che molti bambini durante gli orari di lavoro dei genitori, vengono affidati ai nonni, ovvero la categoria più esposta al virus.

Da eroi a cavie

Ma la riapertura graduale delle scuole prospettata dal governo Johnson dovrebbe servire anche a studiare il comportamento del virus.

Per chiarire questo concetto ci viene in aiuto il famoso indice R. Questo indice svela la percentuale di trasmissione del virus da persona a persona (per esempio: se R=1 una persona ne infetta un altro).

Dunque questo esperimento servirebbe a sondare se e come l’apertura delle scuole inciderà sul valore R. Nessuno studio, infatti, ha stabilito che i bambini non possano essere dei portatori sani del Covid19.

C’è un altro punto non trascurabile: se in un primo momento i bambini sono stati tenuti al riparo dalla diffusione del virus di cui non si conoscevano ancora i rischi , in particolar modo negli anziani, ora centinaia di alunni delle primarie saranno esposti in prima linea con le conseguenze che ne verranno e, messa in questi termini, parrebbe che l’intenzione sia anche quella di approfittare della maggiore resistenza dei bambini al virus per studiare la diffusione del Covid19.

Ma i genitori proprio non ci stanno e non solo loro. L’opinione pubblica sta manifestando il proprio dissenso, chiedendo a Johnson maggiori rassicurazioni e studi ad hoc che mirino alla salvaguardia della salute e non solo alla – sebbene legittima- esigenza di far ripartire l’economia della Gran Bretagna. Se le cose non andassero per il verso giusto, in effetti, il costo da pagare potrebbe essere davvero troppo caro, anche per BoJo.