Il Garden Bridge non si farà: così ha deciso il sindaco di Londra

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AEMORGAN

Ve lo ricordate il Garden Bridge? Il ponte che avrebbe dovuto collegare la Southbank all’altezza di Temple, tutto decorato di piante e fiori? Bene, dimenticatelo: perché non se ne farà più niente.

Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, lo ha annunciato ufficialmente con un comunicato stampa lunedì 14 agosto, dopo che aveva già dichiarato lo scorso aprile che il progetto sarebbe stato scartato, per non pesare sulle spalle dei contribuenti.

Eh sì, perché il progetto del ponte-giardino, pur essendo solamente nella sua fase iniziale, è già costato ai cittadini londinesi la bellezza di £37.7 milioni. Un’enormità se si pensa che la stima iniziale per l’intero progetto era di £60 milioni, che sono poi diventati nel corso del tempo £185 milioni.

Come ogni progetto di questa portata, il Garden Bridge ha trovato sostenitori e oppositori. I primi sostengono che il ponte sarebbe stato non solo un utile collegamento (totalmente pedonale) ma una nuova attrazione turistica che avrebbe portato beneficio alla città.

I secondi invece che il ponte è di per sé totalmente inutile, visto che va ad occupare un’area del fiume già servita da attraversamenti, e che anzi il numero di turisti che avrebbe attirato avrebbe intasato ancora di più l’area pedonale. Inoltre il ponte sarebbe costato una cifra enorme ai cittadini che non sono stati interpellati sulla faccenda.

Sull’ultimo punto c’è da dire che dei 185 milioni preventivati, il 75% sarebbe venuto da investitori privati, e la commissione che si occupa del ponte aveva già raggiunto la discreta cifra di £129 milioni raccolti. Ma è vero che £60 milioni sarebbero invece venuti dalle casse del comune, e solo 20 di questi come prestito restituibile alla Transport for London.

Ecco perché inizialmente Sadiq Khan aveva dato supporto al progetto che aveva ereditato dal suo predecessore, Boris Johnson. Khan ha dichiarato infatti che cancellarlo sarebbe costato il doppio, in quanto i soldi già spesi nella fase di progettazione non sarebbero stati restituiti dalla commissione.

Ma il sindaco aveva mostrato delle perplessità e aveva chiesto alla commissione di rivedere alcuni punti: tra cui ridurre il numero di giorni all’anno (12) in cui il ponte sarebbe stato chiuso per eventi privati di fundraising, e assicurarsi che sarebbe stato disponibile per attività scolastiche relative all’educazione ambientale.

Qualche mese fa Khan ha invertito definitivamente la rotta dicendo che non avrebbe più permesso a questo progetto di pesare sulle tasche dei cittadini. Questo in visione anche del fatto che si è stimato che il ponte sarebbe costato £3 milioni all’anno per la sua manutenzione.

L’abolizione definitiva è stata di nuovo accolta con un mix di critiche. Ovviamente grande delusione da parte dei sostenitori del progetto; ma maggiori sono stati i cori di approvazione da parte dei cittadini che vedevano nel Garden Bridge solo un progetto mangiasoldi di dubbia utilità che serviva a soddisfare l’ego e la vanità di Boris Johnson.

Come se la Brexit non avesse già fatto abbastanza danni.