Attivi a Londra gli shuttle pod, i mezzi senza conducente

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AEMORGAN

Il futuro è arrivato! Lo diciamo ogni volta che una nuova tecnologia prende piede, e in quest’era di conquiste tecnologiche che va avanti ormai da un secolo e mezzo sembra che il futuro arrivi ogni giorno. Ma parliamoci chiaro: alcune conquiste sono più fantascientifiche di altre. Quante volte abbiamo sognato un auto che si guidasse da sola? Ebbene, quel sogno non è più così lontano grazie agli shuttle pod a guida autonoma.

Un progetto che era stato introdotto dal Transport Research Laboratory di Greenwich e che è stato in fase di test tutta l’estate scorsa, gli shuttle pod sembrano ormai una realtà concretizzata. Ma perché questo nome? Il pod, o capsula, è per via della forma di questi mezzi di trasporto elettrici, che non sono delle vere e proprie auto ma più che altro dei contenitori di persone su quattro ruote. E il loro scopo è quello di offrire un servizio navetta, ovvero shuttle, verso l’aeroporto di Heathrow.

La tecnologia della guida autonoma è già presente da anni, ma il grosso salto avanti è quella di rendere il mezzo accessibile anche in percorsi dove possono essere presenti ostacoli mobili: non tratte programmate, quindi, ma strade vere e proprie.

Non parliamo comunque di autostrade o percorsi molto trafficati. Per lo più di zone chiuse al traffico veicolare. La navetta raggiunge infatti una velocità di crociera molto limitata: solo 16 km/h. Il suo cervello elettronico, guidato da sensori laser e telecamere, le permette comunque di schivare pedoni, ciclisti e animali.

Harry, questo il nome con cui è stata ribatezzata questa meraviglia tecnologica, è pensata per un servizio di trasporto personalizzato: prenoti la navetta, ti viene a prendere a casa e ti porta dritta all’aeroporto.

Non esaltiamoci troppo, però. I test, che hanno visto la partecipazione di diversi volontari, non sono ancora conclusi del tutto. E per quanto riguarda l’autonomia, be’, l’auto non ha né volante né pedali, ma ha pur sempre uno stewart di bordo pronto a intervenire in caso di malfunzionamento. Non siamo ancora arrivati al punto di affidarci totalmente alla guida autonoma. Ma chissà, in un ulteriore futuro…