La qualità dell’aria di Londra è la causa di una ridotta capacità polmonare

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AEMORGAN

Vivere in una grande città come Londra presenta molti vantaggi, come la possibilità di partecipare a innumerevoli attività culturali, la facoltà di scelta tra tantissimi ristoranti diversi, e molto altro ancora. Tuttavia ci sono anche dei lati negativi, e tra questi c’è di sicuro il traffico e il conseguente alto tasso di inquinamento dell’aria.

Un recente studio effettuato da Queen Mary University of London, King’s College London e University of Edinburgh ha mostrato che i bambini esposti all’aria inquinata di Londra, frutto delle emissioni diesel, presentano una capacità polmonare ridotta rispetto alla media, mettendoli a rischio di disturbi respiratori.

La ricerca, pubblicata sul Lancet Public Health, ha mostrato che nonostante le misure per il controllo dell’inquinamento derivante dal traffico abbiano migliorato la qualità dell’aria, c’è bisogno in ogni caso di ulteriori passi avanti in questo campo per proteggere la salute dei bambini.

L’inquinamento atmosferico è infatti la causa principale della mortalità mondiale: la World Health Organization stima infatti essere 4 milioni le morti annuali collegate a questo fenomeno. I bambini in particolare sono molto vulnerabili e possono sviluppare disordini respiratori come attacchi d’asma, infezioni toraciche, fino alla morte prematura.

Il professor Chris Griffiths della Queen Mary University of London ha dichiarato che “stiamo allevando una generazione di bambini che raggiungono l’età adulta con la capacità polmonare di una persona affetta da rachitismo. Ciò è legato a un’industria automobilistica che inganna i consumatori e a un governo che non riesce ad agire efficacemente per tagliare il traffico.

Gli effetti delle Low Emission Zones (ovvero le LEZ) erano proprio al centro dello studio: è già dal 2008 che Londra ha introdotto la restrizione delle tipologie di automobili che possono entrare nelle aree urbane, al fine di incoraggiare l’uso di tecnologie a emissione minore. Quello di Londra è tra l’altro la LEZ più ampia del mondo, inglobante circa 8.5 milioni di abitanti, ma non pare essere stata particolarmente utile.

Circa 2100 bambini di 8-9 anni frequentanti 28 scuole elementari sono stati oggetto dello studio: i ricercatori hanno monitorato le loro condizioni di salute dal 2009 al 2013 e hanno scoperto che l’esposizione a biossido di azoto (NO2), ovvero emissioni diesel, e particolato (PM10) ha provocato un restringimento polmonare del 5%.

L’entrata in vigore della LEZ non ha provocato particolari benefici, purtroppo. È stata infatti registrato un calo leggero della concentrazione degli ossidi di azoto, ma nulla di significativo per quanto riguarda le polveri sottili (PM10) e senza effetti apprezzabili sullo sviluppo polmonare o l’insorgenza di attacchi d’asma.

Il pieno rispetto dei limiti di concentrazione del biossido d’azoto stabiliti dalla UE, a Londra, rimane ancora molto lontano. Per quanto la percentuale di bambini esposti a livelli fuori norma sia calata molto, questi tuttavia finiscono per spostarsi in aree più inquinate per ragioni scolastiche, essendo gli istituti collocati in zone molto trafficate.

Rimane dunque da capire come Sadiq Khan e il suo team possano implementare ulteriori misure per proteggere la salute dei cittadini londinesi.