L’addio ai liquori europei della catena di pub Wetherspoon

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AEMORGAN

Cattive notizie per i tantissimi frequentatori di pub britannici, e in particolar modo per gli affezionati clienti della catena JD Wetherspoon. A breve, si parla del 26 settembre come termine ultimo, sembra che nei locali del franchise non verranno più serviti alcolici prodotti o importati dall’Unione Europea.

Meglio fare incetta di Jagermaister – e della sua versione mischiata con la birra, la Jagerbomb – prima di quella data: il liquore di erbe sarà infatti sostituito dal locale Strika, prodotto per l’appunto in Inghilterra.

Si tratta di una decisione, quella presa dal presidente e fondatore Tim Martin (noto Brexiter), che per l’appunto segue in parallelo l’esito dell’ormai famigerato referendum: negli oltre 880 punti vendita sparsi per gli stati del Regno Unito, verranno valorizzate le bevande locali o comunque prodotte nei Paesi del Commonwealth.

A patire la stessa sorte dello Jagermeister, prodotto doc tedesco, saranno anche i brandy Courvoisier e il cognac Hennessy, specialità francesi: questi due saranno sostituiti da ampolle di E&J, nota marca di brandy venduta negli Stati Uniti, oppure da Black Bottle, che fa furore in Australia.

La misura era già stata anticipata qualche mese fa dalla messa al bando di tutta una serie di drink aventi come base lo champagne: una specialità difficilmente sostituibile, che al momento nei pub JD Wetherspooncon è stata rimpiazzata dai vini frizzanti prodotti da vigneti australiani o albionici.

La stessa sorte dovrebbero subire anche le birre: al posto di spillare bionde italiane e tedesche i baristi avranno a che fare con spiriti privi di contatti con l’Unione Europea.

Obiettivo di Martin è la sostituzione totale dei prodotti UE con alternative dell’UK o comunque del mercato estero nell’arco di due anni: secondo il presidente queste ultime sarebbero equivalenti come qualità, e in molti casi avrebbero un miglior rapporto qualità-prezzo. Nel frattempo i nuovi prodotti sul bancone verranno venduti a un prezzo inferiore per invogliare la clientela (probabilmente non troppo entusiasta di questa svolta).

Rimane però da capire se la stessa politica verrà adottata anche nei confronti del personale, spesso e volentieri non proprio autoctono (e quindi pagato in media di meno), oppure se nei pub troveremo ancora baristi italiani o camerieri tedeschi in cerca di fortuna. L’unica cosa certa, ora come ora, è che Wetherspoon potrebbe affrontare una gravissima emorragia di clienti oramai affezionati ai propri drink preferiti, perché – si sa – non c’è abitudinario più incallito di un bevitore che sa cosa vuole far scendere nella propria gola.