Quando i cervelli in fuga lasciano Londra e tornano in Italia: il caso di Laura Margheri

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AEMORGAN

Laura Margheri, 36enne esperta di robotica e una delle menti più brillanti dei nostri tempi, torna in madrepatria. Dopo un lungo periodo di ricerca e specializzazione a Londra, ha finalmente ricevuto una proposta che le ha consentito di continuare a fare il proprio lavoro senza rinunciare agli affetti, al clima e alla cucina nostrana.

Quando si parla di cervelli in fuga,  si intende una forza centrifuga che porta i migliori talenti fuori dall’Italia. Una tendenza che si è accentuata negli ultimi tempi a causa della crisi, e che rappresenta un grave danno per il paese.

Sono tutte persone costrette a scontrarsi con i muri dell’immobilismo sociale, con la scarsità di investimenti, col degrado di scuole e università, col nepotismo strisciante e non ultima una crisi occupazionale che si accanisce in particolar modo sulle giovani leve; persone che potrebbero dare un contributo significativo ma che, loro malgrado, si trovano a dover espatriare per inseguire una carriera che da noi è un miraggio.

Talvolta però, tornano anche. E il caso di Laura Margheri, ingegnere con specializzazione in Robotica presso l’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. Precedentemente impegnata presso l’Aerial Robotics Laboratory dell’Imperial College a Londra, oltre che capo del Comitato delle donne ingegneri della Società di Robotica e Automazione, Laura è Top 25 della classifica mondiale RoboHub delle “Donne della Robotica.” A partire dal 16 ottobre, finalmente, è diventata ufficialmente una ricercatrice del Centro di Micro-biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera, vicino Pisa.

“Sono felice di essere rientrata,” ha dichiarato in una recente intervista. “La mia figura professionale è quella del post-doc project manager e il mio compito consiste nell’affiancare i ricercatori per quanto riguarda la scrittura di progetti, l’avvio di nuove collaborazioni e di partnership nazionali e interne.” Ciò consente di ottimizzare risorse e competenze, e ridurre al minimo gli sprechi in un campo in cui i soldi arrivano col contagocce.

Curiosamente si tratta della medesima attività che seguiva nel Regno Unito, e che ora però svolge per un istituto italiano con tutti i benefìci che ne conseguiranno. “La mia è una figura nuova, nata sul campo” ha chiosato, illustrando le proprie competenze agli addetti stampa.

Si tratta di una professionalità fondamentale oggigiorno, perché coniuga  “le attività svolte e le direzioni” e permette al contempo di esplorare “le opportunità di finanziamenti in ambito regionale, nazionale ed europeo. Si tratta di allineare le strategie di ricerca e le opportunità di finanziamento con un occhio al mercato e al futuro.”