Lego e Blackstone si comprano Madame Tussauds e il London Eye

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AEMORGAN

Sono tra le attrazioni must di Londra, e chiunque sul globo terracqueo le conosce. Parliamo del London Eye, la moderna ruota panoramica del centro città costruita in occasione del Giubileo e subito emulata da altre città, e del museo delle cere di Madame Tussaud’s; entrambe, assieme a diverse altre cosette di pregio sparse per il mondo, sono state formalmente acquisite da Blackstone, il colosso dei fondi d’investimento, e Lego. Sì, proprio quella degli omonimi mattoncini.

Un consorzio creato dal noto fondo americano Blackstone, dalla holding della famosissima catena di giocattoli e dal fondo pensione canadese CPPIB, ha acquistato Merlin Entertainments, la società che gestisce le due attrazioni londinesi. Il prezzo dell’operazione ammonta alla cifra di 5,9 miliardi di Sterline.

La notizia ha destato curiosità, ma ha senso dal punto di vista finanziario. Dopo un periodo di ristagno e gravi difficoltà coinciso col boom dei videogiochi, infatti, l’azienda danese dei mattoncini colorati è rinata grazie alle partnership con Disney, Marvel, portando al lancio di linee di giochi montabili ispirate a Spider Man, Avengers, Star Wars, Pirati dei Caraibi, principesse, sirenette e molto altro. E ora intende usare il tesoretto messo da parte per mettere le mani su gli altri pezzi del brand che le erano sfuggiti.

Nel portafoglio di Merlin, attualmente quotata alla Borsa di Londra, ci sono, infatti, Madame Tussaud’s e il London Eye, due luoghi iconici e frequentatissimi della City, ma anche l’italianissima Gardaland e soprattutto Legoland, il parco giochi ispirato alle costruzioni. La speranza della famiglia danese che gestisce il gruppo è di riportare a casa, dopo ben 15 anni, il parco a tema svenduto nel 2005. È da anni che la Lego tenta di diversificare il proprio core business, un po’ per affrancarsi dalle costose licenze legate a film e fumetti, e un po’ per ridurre i rischi legati alla stagionalità del mondo dei giocattoli, in particolar modo in un periodo storico volubile come il nostro e caratterizzato dall’avvento del digitale.

L’esborso di quasi 6 miliardi è notevole, ma lo è pure la qualità dell’investimento: dopotutto, ogni anno 68 milioni di visitatori pagano un costoso biglietto per entrare in una delle attrazioni del gruppo Merlin.

Per il momento, nulla cambia per l’utente finale, né dal punto di vista della gestione, né da quello dei prezzi che resteranno invariati. Ma di certo sarà curioso salire sul London Eye e sapere che la cabina in cui sedete ha la sua proprietà a Billund, nel bel mezzo dell’entroterra danese.