L’Italia è quarta per numero di senzatetto a Londra: ecco l’indagine che racconta questa emergenza

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AEMORGAN

Londra, come tutte le metropoli del mondo, è un crocevia di storie, un miscuglio di vite e di destini. Londra è spesso una risposta a quella curiosità tipicamente giovanile, figlia del desiderio di sentirsi parte di qualcosa di grande, e di vivere la propria vita lì dove le cose accadono.

Chi decide di partire alla volta della capitale inglese è quasi sempre mosso dal desiderio di prendere in mano la propria esistenza, è voglioso di restituirle dignità, magari attraverso il lavoro, l’indipendenza economica, la ricerca di una prospettiva nella quale reindirizzare la propria personale storia, o anche solo spinto dal desiderio di vivere il brivido delle esperienze che solo una grande e frenetica metropoli può offrire.

Londra, però, non è solo il set perfetto in cui girare le scene più avvincenti di quel film travolgente che tutti vorrebbero fosse la propria vita. La capitale inglese, alla stregua di tutte le metropoli del mondo, può trasformarsi in un incubo, vestendosi di solitudine, alienazione e distacco, capaci di degenerare nelle forme più inesorabili di abbandono, emarginazione e indigenza.

In questo senso ecco emergere un dato allarmante: l’Italia – Paese che negli ultimi anni ha assistito ad uno fra i flussi migratori più importanti verso la capitale inglese – è il quarto fra gli Stati europei per numero di senzatetto che vivono lungo le strade di Londra. Solo Romania, Polonia e Lituania precedono il Bel Paese in questa poco lusinghiera classifica.

Questi dati sono emersi dal Rapporto Italiani nel Mondo a cura della Fondazione Migrantes, indagine presentata nei giorni scorsi a Roma, che dedica un capitolo proprio alla comunità italiana nella capitale inglese. Autrice di questo lavoro è la giornalista Francesca Marchese, la quale ha avuto il merito di portare alla luce le gravi situazioni di disagio in cui versano decine di connazionali, ma anche di sottolineare l’importanza degli strumenti messi a disposizione sia dal governo britannico, che da quello italiano in UK, rappresentato dal Consolato e dalle sedi estere delle associazioni solidali italiane, al fine di far fronte a questa piaga.

Secondo le stime emerse da questa indagine, sono almeno 126 gli italiani che vivono in povertà estrema a Londra, un numero che potrebbe essere anche maggiore, visto che esistono situazioni di disagio ed emarginazione che si fa fatica a scovare e a far emergere. Questo dato è inserito all’interno di un database aggiornato annualmente, il “CHAILCombined Homelessness and Information Network”, elaborato e gestito dall’associazione londinese St. Mungo’s.

L’ultima indagine effettuata ha registrato un totale di 7.484 persone che vivono in situazioni di estrema indigenza, di cui la metà soffre di un problema di salute mentale. Di queste anime invisibili la gran parte è di origine inglese, il 47%, mentre il 30% proviene da paesi del centro-est e sud dell’Europa. Il rimanente 23% rappresenta in maniera abbastanza bilanciata tutti gli altri continenti, Africa, Asia, America e Australia.

L’indagine di Francesca Marchese non si ferma qui, tutt’altro. Infatti la parte più interessante e, probabilmente, anche la più utile, è quella dedicata agli strumenti messi a disposizione per aiutare chi è entrato in questo vortice di povertà ed emarginazione.

Ed ecco emergere da questa indagine realtà come la parrocchia italiana di St. Peter, la quale porta avanti due importanti progetti in questo senso: il “St. Peter Project” il cui scopo è fornire assistenza ad alcolisti, tossicodipendenti ed ex detenuti, e il “Benvenuti a bordo” attraverso il quale si stima abbia offerto aiuto a più di 6 mila persone dal 2013 a oggi; un progetto che ha anche lo scopo di fornire un quadro delle maggiori difficoltà a cui si va incontro nella capitale inglese, come quella di pagare un affitto se non si ha un lavoro adeguato, o di non riuscire a utilizzare i trasporti pubblici tra i più cari al mondo.

L’Ufficio Servizi Sociali del Consolato italiano ha, invece, registrato 3.800 interventi nei primi sei mesi del 2018 per aiutare singoli individui e famiglie in situazioni di emergenza.  L’ufficio si muove attraverso uno sportello messo a disposizione per le emergenze, che risponde al numero 02079365900.

Tra i progetti più rilevanti ci sono anche quelli della Comunità di Sant’Egidio UK, che, attraverso il lavoro di oltre una quarantina di volontari, si occupa di distribuire pasti caldi ai senzatetto in alcuni quartieri della capitale inglese.

Un altro prezioso contributo è quello di Maurizio Rodorico del patronato INCA CGIL di Canonbury Road, che offre assistenza gratuita a tutti gli italiani., soprattutto a coloro che necessitano di un qualsiasi tipo di sostegno sociale offerto dal governo britannico, in quanto cittadini europei, ma che spesse volte non sanno come fare o a chi chiedere.

La buona notizia è che il Rapporto Italiani nel Mondo a cura della Fondazione Migrantes, con tutte le sue informazioni utili, sarà prossimamente disponibile anche presso alcune sede istituzionali di Londra come la British Library e l’Istituto italiano di cultura.