Il “The Economist” conferma: Londra più economica grazie alla Brexit, ecco perché!

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AEMORGAN

L’effetto Brexit comincia a farsi sentire tanto che Londra per la prima volta è diventata la città più economica in cui vivere tra i principali centri urbani del globo. A confermarlo è l’indagine “Worldwide Cost of Living 2017“, condotta da “The Economist Intelligence Unit“, il cui obiettivo è quello di monitorare l’andamento generale del costo della vita.

Quest’anno sono state prese in considerazione 133 città di tutto il mondo e più di 400 singoli prezzi, riferiti a oltre 160 articoli tra cui cibo, bevande, abbigliamento, affitti, trasporti e bollette. I prezzi vengono convertiti tutti in dollari americani, così da avere New York come punto di riferimento e stabilire quanto le altre città sono più o meno economiche rispetto al suo costo della vita.

Per il quarto anno consecutivo Singapore si è confermata come la città più cara al mondo, soprattutto per acquistare auto e vestiti, registrando dei prezzi in media più alti del 20% rispetto a quelli di New York. Hong Kong è rimasta al secondo posto, con prezzi più elevati di quelli americani del 5%, e al terzo posto del podio c’è invece Zurigo. Il resto della top ten è dominata prevalentemente dall’Asia, con l’eccezione delle europee Ginevra (settimo posto), Parigi (ottavo posto) e Copenhagen (decimo posto). Per quanto riguarda l’America solo New York resta ai primi posti, aggiudicandosi la nona posizione.

Grande stupore, quindi, per Londra che con il suo 24esimo posto si aggiudica la posizione più bassa degli ultimi vent’anni nella classifica delle città più care del pianeta. Rispetto all’anno passato, la capitale inglese è scesa di ben 18 posizioni con prezzi più bassi dell’11% rispetto a quelli americani. Tutta colpa della caduta della sterlina come reazione alla Brexit, anche se ciò potrebbe essere controproducente per i costi della merce importata, così come afferma l’EIU:

“Mentre ciò significa che le città inglesi sono più economiche rispetto alle loro coetanee internazionali, l’aumento dei prezzi delle importazioni causato dalla sterlina debole potrebbe provocare il rispettivo aumento dei prezzi dei prodotti esteri acquistati dalla gente del posto”.

Intanto, però, questa situazione economica ha agevolato molto il commercio interno incrementando le vendite sia in negozi a basso costo come la catena di abbigliamento “Primark”, sia in marchi di lusso, così come succede per “Burberry”. Soprattutto i turisti sono spinti ad acquistare un numero maggiore di prodotti inglesi, tenendo appunto conto della svalutazione della sterlina rispetto alla proprie monete nazionali. La Brexit, quindi, potrebbe essere un’arma a doppio taglio ma solo l’anno prossimo si potrà stabilire quanto sia stato un bene per l’economia inglese o meno.