“Non ci sarà un secondo referendum sulla Brexit”: il governo britannico respinge la petizione

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AEMORGAN

Non ci sarà un secondo referendum sulla Brexit: lo ha confermato il governo britannico. Il risultato inatteso del referendum tenutosi lo scorso 23 giugno nel Regno Unito ha sconvolto gran parte del paese che si è ritrovato non solo in una fase d’incertezza politica ed economica, ma anche a essere profondamente diviso tra i sostenitori del Leave e del Remain. Chi non vuole uscire dall’Unione Europea non ha smesso di fare sentire la sua voce dal giorno successivo al referendum, organizzando proteste pacifiche, campagne online e perfino inviando una petizione al governo.

La petizione online era stata in realtà creata da un sostenitore del fronte del Leave che aveva pensato di richiedere un secondo referendum se il voto popolare avesse decretato la vittoria del Remain con meno del 60% dei consensi e con un’affluenza minore al 75% degli aventi diritto: visto che il risultato finale è stato del 52% a favore della Brexit e 48% a favore del restare in UE con un’affluenza del 72%, la petizione è stata usata dai tanti delusi del risultato per chiedere un secondo referendum.

4.1 milioni di persone hanno firmato la richiesta per un nuovo referendum sull’uscita dall’UE che è diventata così la petizione governativa più firmata da quando questa procedura di partecipazione popolare è stata introdotta nel 2011. Inizialmente erano state rimosse circa 77 mila firme perché firmate da cittadini non britannici e che non vivevano nel Regno Unito, ma i risultati finali sono adesso corretti.

Tuttavia, il Foreign Office ha escluso la possibilità di una seconda tornata referendaria sull’argomento: “Questo è stato un voto che si è potuto esprimere solamente una volta in una generazione. È stato uno dei più grandi esercizi di democrazia nella storia britannica con oltre 33 milioni di persone che hanno avuto l’opportunità di dire la loro. La decisione va rispettata e adesso dobbiamo prepararci per il processo di uscita dall’UE”.

In ogni caso, visto anche che il risultato del referendum non è legalmente vincolante (lo è da un punto di vista politico), è probabile che si apra comunque un dibattito parlamentare all’interno del Petitions Commitee poiché la petizione ha ricevuto più di 100 mila firme. Il comitato è composto da 11 parlamentari di vari partiti e, a detta della BBC, le petizioni che superano la soglia sopraindicata “sono quasi sempre” discusse.

Secondo un sondaggio condotto dal The Independent su un campione di 2000 persone, solo 4 persone su 10 vorrebbero un altro referendum prima che il Regno Unito negozi un accordo d’uscita con l’Unione Europea; tuttavia, il 40% vorrebbe un secondo referendum una volta raggiunta l’intesa con l’UE: se il popolo rifiuta l’accordo negoziato, allora il Regno Unito dovrebbe rimanere nell’Unione Europea.