Partygate, ancora guai per Boris Johnson: spuntano altre due feste

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AEMORGAN

Le scuse con cui il primo ministro britannico Boris Johnson aveva sedato i malumori sul famoso party in pieno lockdown stavolta non basteranno. In un recente scoop, infatti, il Telegraph racconta di altre due feste a base di alcol e musica ad alto volume, il 16 aprile scorso, nel bel mezzo del lockdown e a poche ore di distanza dai funerali del principe Filippo. Non per la gestione della pandemia, né per i contraccolpi della Brexit: ecco la ragione per cui Johnson ora rischia davvero.

È ancora impressa vividamente nella memoria dei suoi sudditi l’immagine della regina Elisabetta II che, composta e isolata nella cappella privata del Castello di Windsor, piange il marito morto il 9 aprile 2021; un distanziamento imposto dalle autorità britanniche e che andava rispettato anche durante le funzioni religiose come misura di contrasto alla pandemia.

In quei giorni difficili, secondo la ricostruzione del Telegraph, si tenevano però due feste private nella residenza ufficiale del primo ministro a cui hanno preso parte una trentina di persone; Johnson, invece, pare si trovasse nella sua residenza di campagna a Chequers.

Stando ai resoconti dei testimoni, diversi consiglieri e funzionari si sarebbero riuniti a fine giornata in due diverse occasioni: una di queste era l’addio a James Slack, portavoce dell’attuale premier britannico e di Theresa May che ora è diventato vicedirettore del Sun; l’altra invece riguardava il congedo di uno dei fotografi personali del primo ministro. Almeno una di queste feste è avvenuta nel seminterrato di Downing Street, e in entrambi i casi si parla di balli e alcol.

Uno dei presenti racconta di un membro dello staff inviato in un supermercato sulla Strand con una valigia vuota da riempire di bottiglie di vino; un altro menziona l’uso -e la conseguente rottura- dell’altalena del figlio di Johnson. In assenza di smentite ufficiali, che al momento della stesura di questo post non sono ancora giunte, significherebbe che lo staff del governo ha bellamente ignorata le regole che tutti erano tenuti ad osservare. Se ricordate, al tempo era vietato incontrare più di sei persone o di due “bolle di supporto” diverse, e comunque non al chiuso.

In una nota del 14 gennaio, Slack si scusa “senza riserve per la rabbia e il dolore causati” dopo il party del 16 aprile; un evento che “non avrebbe dovuto verificarsi in quel momento” e per il quale l’ex portavoce si dice “profondamente rammaricato.” Intanto però, riporta il Guardian, più del 60% dei deputati conservatori sembrano essere favorevoli alle dimissioni di Boris Johnson.