Plume, l’app social che misura l’inquinamento di Londra grazie ai piccioni, ora chiede il nostro aiuto

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AEMORGAN

Partiamo dagli inizi: un paio di settimane fa i tanto vituperati piccioni di Londra sono stati nel mirino dei media. E non per qualche cagatina di troppo o per un attacco vendicativo stile Hitchcock. No, i piccioni di Londra sono stati in realtà al centro di un progetto scientifico di tutto rispetto, mirato a controllare i livelli di inquinamento dell’aria londinese.

Pigeon Patrol: una vera e propria squadriglia aerea composta da pennuti che indossavano sulla loro schiena degli zainetti dotati di un sensore per monitorare la qualità dell’aria. Nello specifico i livelli di diossido di azoto, ozono e altri composti volatili emessi da fumi di scarico. Questo innovativo progetto è il risultato di un team di creativi e scienziati che si sono uniti sotto il nome di Plume Labs.

E Plume è proprio il nome dell’app con la quale si può tenere d’occhio il livello di inquinamento della zona in cui viviamo,  che è disponibile gratuitamente su Google Play e sull’Apple store.

Ma questo è solo l’inizio. Perché la pattuglia di piccioni che ha dato il via al progetto è stata in realtà solo una sperimentazione per un obiettivo ancora più grande: renderci tutti dei piccioni viaggiatori per monitorare l’aria di Londra.

I PlumeLab hanno infatti lanciato un progetto di crowdfunding col quale cercano 100 volontari che si rendano disponibili a indossare lo stesso sensore. Persone che corrono regolarmente, vanno in bici o comunque passano molto tempo all’aperto in questa città.

La manovra con i piccioni è servita come una sorta di lancio pubblicitario per far parlare di sé e scuotere le coscienze su uno dei problemi più grossi di Londra: l’inquinamento, che di solito si associa a città come Pechino, ma che in realtà in questa città ha assunto dimensioni preoccupanti. A quanto pare abbiamo già sforato il limite legale di inquinamento per tutto il 2016 in soli sette giorni, e sembra che ad esso siano associate almeno 9.500 morti premature all’anno.

La missione dei piccioni è servita allo scopo: al momento in cui scrivo il progetto ha già superato la quota richiesta di £10.000, ma c’è ancora la possibilità di dare il proprio contributo.

Anche l’app è stata scaricata migliaia di volte. Semplice e funzionale: nella home page ci dà un aggiornamento sullo status di inquinamento attuale e una previsione per i prossimi giorni, e consigli sull’attività da praticare all’aria aperta. E non solo a Londra, ma in numerose città del mondo: l’app infatti utilizza i dati raccolti da più di 300 stazioni di monitoraggio sparse sulla Terra. Ma, essendo per l’appunto sparse, i dati sono molto approssimativi.

L’obiettivo futuro è quello di utilizzare i volontari per mappare le città in tempo reale e consigliare agli utenti quali zone evitare sulla base dei dati raccolti. E la fase di beta testing parte proprio dalla città in cui il progetto ha avuto inizio, e che ha come partner scientifico l’Imperial College of London.

Che aspettate allora? Partecipiamo tutti: è per la nostra salute.