Quali sono i quartieri di Londra con più cittadini UE?

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AEMORGAN

Una mappa mostra i quartieri di Londra con la maggiore concentrazione di cittadini provenienti dall’Unione Europea; si scopre così, ad esempio, che il picco di italiani si trova a Westminster, o che Enfield è la zona preferita dei cittadini ciprioti.

Tra i tanti motivi per cui, al referendum sulla Brexit, Londra era per lo più Remain ce n’è una che probabilmente avrete notato anche voi: la capitale inglese è internazionale, e possiede uno spiccato accento europeo. Si stima che ben il 10% della popolazione locale provenga infatti da uno degli altri 27 paesi, per un totale di oltre 3 milioni di residenti UE.

La mappa che vedete in cima al post è stata creata a partire dalle informazioni sul paese di nascita raccolte nell’ultimo censimento nazionale. Le regioni più rosse vedono una prevalenza di cittadini inglesi o extra EU; quelli più blu, invece, cittadini UE.

Le concentrazioni più basse si trovano nei Borghi a Est e a Sud della città, in particolare a Barking e Dagenham, Bexley e Havering, tutte zone pro-Leave. In Haringay trovate più bulgari, a Tower Hamlets più maltesi, a K&C è zona francese, mentre in Brent si vedono più romeni e irlandesi. Per qualche ragione (spesso dipende dalla presenza di scuole in lingua straniera), i tedeschi preferiscono Wandsworth mentre Lambeth -anche detta Little Portugal- è amata dai portoghesi. A Westminster coesistono infine ben 9 nazionalità diverse, e gli italiani sono tra loro.

Grazie a questa cartina è possibile soprattutto stabilire a colpo d’occhio quali parti della città saranno maggiormente coinvolte dagli effetti della Brexit. Quando e semmai verrà messa in atto, a questo punto.

Diciamo così perché, dopo il Coup de théâtre di Boris Johnson con la chiusura del Parlamento, sembrava che le cose fossero destinate a precipitare fino ad una Brexit incontrollata e molto hard. E invece, un deputato Tory ha fatto lo sgambetto, passando teatralmente ai Libdem nelle scorse ore. Risultato: il governo ha perso la maggioranza alla Camera dei Comuni, e il deus ex machina che ha rimesso tutto in discussione -Philip Lee,- ha fatto sì che si aprissero le porte della possibile sfiducia al governo e delle elezioni anticipate il 14 ottobre.

In altre parole, navighiamo di nuovo a vista, con un colpo di scena di seguito all’altro. E all’improvviso, un nuovo rinvio della scadenza non appare più così peregrino. Una bella gatta da pelare, se consideriamo l’ingente investimento di 100 milioni di sterline appena varato dal governo in previsione dell’uscita dall’Unione Europea il prossimo 31 ottobre. Uscita che, se non fosse chiaro, a questo punto è di nuovo in bilico.