Settled status e cittadinanza in UK: modifiche e ritardi per il Coronavirus

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AEMORGAN

In questi tempi di grandi difficoltà causate dal diffondersi del Coronavirus, in molti, comprensibilmente più preoccupati della propria salute e di quella dei propri cari, stanno dimenticando un altro evento che sconvolgerà per sempre il Regno Unito, ovvero la Brexit.

La diffusione della pandemia, infatti, sta provocando disagi, ritardi e modifiche nelle procedure di richiesta e verifica del settled status e della cittadinanza britannica da parte di tutti i cittadini europei che hanno scelto di stabilirsi in Gran Bretagna: il rischio è infatti quello di scivolare nell’illegalità.

Stando alle regole attualmente in vigore, tutti gli immigrati con passaporto afferente all’Unione Europea hanno come termine ultimo per la presentazione quello del mese di giugno del 2021. Tuttavia in molti sono preoccupati per le inevitabile modifiche che apporterà l’allocazione di risorse da parte del governo ora concentrato nella lotta al virus: lo sbroglio delle pratiche potrebbe subire rallentamenti, mentre si parla di cancellazione del supporto per tutte le fasce più vulnerabili della popolazione (anziani e disabili, ma anche contagiati in queste circostanze), che in genere avviene faccia a faccia

La campagna Right to Stay sta spingendo politicamente affinché le autorità sostituiscono il processo di application ben noto, con un diritto alla permanenza in UK garantito e stabilito per legge. Il governo da parte sua, ha già annunciato, in parte mettendo le mani avanti, che tutte le procedure previste subiranno ritardi.

Ricordiamo che per ottenere il settled status da parte dei cittadini dell’Unione Europea è necessario dimostrare di aver vissuto nel Regno Unito per almeno 6 mesi nel corso nel corso di un anno solare, per 5 anni di seguito.

Settled status e richieste di cittadinanza britannica: cosa cambia con il Coronavirus

Vediamo allora in modo conciso quali sono le modifiche provocate dal Coronavirus riguardo al processo di richiesta del settled status:

  • tempi di attesa più lunghi dei canonici 5 giorni per avere una risposta da parte dell’Home Office, attivo dopo la chiusura del EU Settlement Resolution Centre, che va contattato online; questo offre una serie di risposte piuttosto chiare a domande canoniche sulla questione. Sempre via web è possibile richiedere anche i moduli necessari a coloro che non hanno un documento di identità valido e necessitano quindi di moduli cartacei;
  • per le richieste già inviate per posta prima della data del 25 marzo, comprendenti i documenti utili, si prevede la restituzione a breve; in caso di spedizione successiva a tale data ci sarà probabilmente da attendere alcune settimane;
  • rimane invece attiva la app EU Exit: ID Document Check per il vaglio dei documenti. Non sembrerebbero essere previsti ritardi tramite questo canale di comunicazione;
  • per quel che riguarda gli esami di lingua inglese e test Life in the UK, necessari per inviare la domanda di naturalizzazione, i centri in cui si svolgono sono ovviamente chiusi. Nel caso in cui fosse già stato fissato un appuntamento prima dello scoppio della pandemia nel Paese, si prevedono mail informative sulle nuove tempistiche, ma è possibile che entro poco tempo venga messa a punto una modalità di svolgimento online;
  • stesso discorso per la presentazione dei dati biometrici e del passaporto in caso di domanda di naturalizzazione. I centri sono chiusi, gli appuntamenti saranno rinviati a una data futura, da decidersi in base agli eventuali sviluppi del contagio nel Regno Unito.