Settled status, ecco il nuovo sistema per richiedere il visto in UK

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AEMORGAN

La Brexit, il processo di uscita dall’Unione Europea da parte della Gran Bretagna, va avanti nonostante la battuta d’arresto fatta segnare dalla bocciatura del piano presentato dal Primo ministro Theresa May.

Sono 3 milioni e mezzo i cittadini europei attualmente residenti in Gran Bretagna, 700mila dei quali (praticamente un quinto) di origine italiana. Tra i punti fermi del concordato tra il governo e Bruxelles c’è sempre stata la garanzia che costoro avrebbero mantenuto (quasi del tutto) intatti i diritti acquisiti, e proprio per questo motivo è stato inventato l’istituto giuridico del settled status.

Si tratta di una domanda di visto a tempo indeterminato per tutti i cittadini europei che possono dimostrare di avere risieduto nel Paese per almeno cinque anni: proprio il 21 gennaio è scattata la terza fase del progetto aperta a tutti, dopo le prime due pilota riservate a un numero ristretto di persone.

In precedenza, infatti, inoltrare la domanda (esclusivamente online) era possibile solo per coloro che possedevano uno smartphone o un tablet con sistema Android, oppure un pc, con un certo disagio per tutti gli utenti provvisti di iPhone.

Inizialmente per l’avvio della pratica era stata richiesta una tassa di 65 sterline per gli adulti e di 32,50 per i minori, ma dopo il discorso in Parlamento di May è stato dichiarato che questo balzello verrà eliminato. Un bel risparmio, se si pensa che per ottenere la cittadinanza vera e propria, una volta trascorso un anno dal settled status, bisogna spendere 1600 sterline.

Per avviare la richiesta non serviranno molti documenti, ma solo un documento di identità valido, le prove della propria residenza in Gran Bretagna per cinque anni e un controllo della fedina penale.

Quanti hanno già presentato la richiesta del settled status hanno riscontrato alcune problematicità: l’app da tablet o cellulare, per esempio, a volte non è in grado di rilevare i dati biometrici presenti del passaporto, mentre chi non ha lavorato in modo continuativo per i cinque anni si è trovato in difficoltà nella prosecuzione del processo.

Altre criticità, inoltre, sono emerse in seguito alla decisione dell’Home Office di negare agli utenti l’accesso ai propri dati personali: in caso di rifiuto della domanda, infatti, sarà molto difficile opporsi e fare appello, richiedendo un nuovo parere. L’errore è dietro l’angolo, considerando che la maggior parte dei controlli previsti dal settled status sono di natura automatica per velocizzare l’intero sistema.

Fino a ora sono arrivate quasi 30mila richieste, il 90% delle quali è stato esaminato, con una velocità media di risoluzione che oscilla tra i 3 giorni e la settimana. L’app per il riconoscimento dell’identità, lamentela a parte, è servita a circa il 90%, mentre l’84% è riuscito ad avvalersi dei controlli automatici della dichiarazione dei redditi.

Si attende dunque il prossimo 30 marzo, quando il sistema diverrà completamente operativo. Non c’è fretta, però, per i richiedenti, in quanto il termine ultimo è stato fissato a giugno 2021.


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